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Prezzi da teatro, stadi da schifo, nazione immobile. O... viceversa?
Qualcuno? Chi? A chi spetta? A chi compete? Di chi la responsabilità? Chi si prende l'immane fatica? La risposta a tutte le domande suddette è la stessa: nessuno. Nessuno fa nulla, non frega niente a nessuno, nessuno trova particolarmente inconsueto che un servizio per chi va allo stadio sia un servizio di schifo. Ed è una piccola riga del più grande libro degli stadi italiani da schifo.
Gli stadi in cui regolarmente andavo negli anni '80 o giù di lì sono ancora lì. Uguali, al massimo imbellettati. Io non ci vado più, se non in rare occasioni. Li diserto, lascio perdere. Come fa il 95% della popolazione italiana e ormai la gran maggioranza della popolazione tifosa. Prezzi da teatro, di gala. Attrezzature da taverna. Servizi da stamberga. E accesso agli stadi un mix tra aeroporto inefficiente e ministero presidiato da burocrazia occhiuta.
Genova, una volta era un bello stadio. Ora è un fortino in una fossa di acqua e vento. Bologna e Firenze: stadi che sono una miscela tra archeologia industriale ed edilizia da socialismo reale. Roma, il non stadio: qui la partita da una curva all'altra porta non si vede. Si intuisce, la si legge dalle mosse della gente sull'opposto spalto. E' come stare al cinema e interpretare quel che succede dal labiale degli attori sullo schermo perché non c'è audio. Napoli, sta meglio Ercolano sepolta dal Vesuvio che il San Paolo. E non è una battuta. Milano è lo stadio meno peggio. Ma difficile arrivare, parcheggiare, scomodo il sedersi e anche qui, quanto a servizi a chi ci va, siamo sotto i livelli di ogni accettabile standard...dio non voglia ti tocchi usufruire dei bagni in uno stadio di calcio italiano.
Lo stadio della Juventus l'unico più che decente. Anzi bello e nuovo. Non a caso pensato e costruito prima che maturasse e si organizzasse un popolo del "No Stadio".
Con l'eccezione di quello della Juventus il livello degli stadi di calcio italiani è...come se usassimo oggi automobili senza aria condizionata, servosterzo e con i finestrini che vanno su e giù a manovella.
Perché siamo lì e stiamo così?
Risposte da cercare fuori dagli stadi.
Prima: ci siamo narrati e ci siamo convinti e ora ci giuriamo che fare, costruire, appaltare, cantierare (la qualunque, stadi compresi) è tangente e mazzetta. Ce ne siamo convinti non senza ragione, molto molto spesso è così. Costruire è tangente e mazzetta è più la regola che l'eccezione. Ma nella (volontaria?) (congenita?) (popolare?) collettiva incapacità di costruire e fare senza mazzette e tangenti si è scelto di non fare e non costruire. E' la prima risposta al perché stadi diventati di schifo sono ancora lì. Aggiungi: il Potere sbaglia sempre ed è sempre maligno. Quindi chi decide è cattivo.
Aggiungi: gente ha sempre ragione! Ma quello era...il cliente! La gente ha giustamente sempre l'ultima parola. Ma che abbia sempre ragione è smentito quasi in ogni capitolo di ogni libro di storia.
Aggiungi la confusione tra il corretto e sacrosanto principio per cui ogni opinione è libera e la scorretta e deleteria follia per cui ogni opinione vale uguale.
Aggiungi: i soldi ci sono, basta andarli a prendere, qualcuno li nasconde.
Aggiungi i Poteri Forti e quello più forte di tutti che la nostra società ha sviluppato: il Potere, il Poterissimo di ciascuna porzione di interessi di bloccare l'altra porzione e così via, ad agganciatissima ed immobile catena. Aggiungi e aggiungi e avrai come risultato l'abolizione della decisione, la radiazione della competenza, la squalifica a vita della responsabilità.
Ecco perché gli stadi diventati di schifo sono ancora lì e per arrivare ai perché non l'abbiamo presa per nulla larga. Infatti: stadi da schifo in una società immobile o...viceversa?