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    Manchester City-Chelsea 3-0: MATCH ANALYSIS

    Manchester City-Chelsea 3-0: MATCH ANALYSIS

    Non inganni il 3-0 del Manchester City contro il Chelsea. La differenza complessiva tra i due club arrivati secondo e primo lo scorso anno non è questa. Anche se il campo ha detto che gli uomini di Pellegrini hanno trovato nuove motivazioni e consolidato le loro certezze, mentre la squadra di Mourinho cerca una nuova quadratura.

    Nel primo big match della stagione in Premier League il City si è presentato al gran completo così come il Chelsea, anche se Mourinho ha palesato alcuni dubbi che ancora nutre nella sua mente su quale possa essere l'assetto finale della squadra. I primi venti minuti hanno detto quasi tutto, anche se la partita si è sbloccata solo al 34' ad opera di Aguero fin lì murato da Matic.

    Il City si è presentato con un 4-2-3-1 che in fase offensiva presentava due "ali": il terzino Kolarov a sinistra (nel cui score figurano 0 tackle e 0 intercetti sul lato sinistro della propria metà campo, a dire del ruolo assai avanzato) e l'esterno offensivo Navas a destra. Sterling e Aguero davanti con il primo più defilato (e non ancora totalmente nel gioc della squadra) mentre l'argentino ha amabilmente duettato con Tourè e Silva.

    Il Chelsea si è presentato un 4-2-3-1 dai contorni non ancora definiti. Matic ha sostenuto la mediana fin che ha potuto ma nella sua zona imperversavano Silva e Tourè mentre Fabregas (che ha indovinato 7 contrasti su 11 subendo ben 4 dribbling) e Hazard (che in posizione di sinistro offensivo sembra ancora un non ben definito ibrido) non lo hanno sostenuto in fase di ripiegamento. 

    La difesa non ha convinto: Terry fuori dopo un tempo, Cahill e Zouma non sono affidabili, Ivanovic costretto a fare il centrale in una zona in cui Kolarov e Sterling hanno fatto il bello e il brutto tempo. Concedere ben 10 finalizzazioni dentro l'area e 8 tiri nello specchio totali (4 già nei primi 20') è prova mediocre per una squadra che necessita di solidità e cinismo se vuole essere protagonista.

    Ecco tre dati per dire tutto di questa partita:

    71': il primo tiro in porta del Chelsea. Ci prova Hazard. Costa è troppo impegnato a battibeccare con chiunque. Quando al 94' prende i legni della porta i buoi sono già scappati dalla stalla.

    3: i miracoli di Begovic nei primi 20'. Uscita su Aguero e doppia parata istintiva a terra con mano aperta. Piccola parentesi sul portiere: la sua potrebbe sembrare una promozione, alla luce della prestazione tecnico-tattico-atletica del Chelsea sarà solo la scusa per poter ripresentare Courtois il prima possibile. Anche se sui tre gol Begovic non ha avuto colpe e complessivamente se non era per lui la partita era finita dopo mezz'ora.

    95%: la percentuale di passaggi riusciti di Sergio Aguero. Trattandosi di un attaccante, chiamato a fare le cose determinanti e quindi naturalmente portato a rischiare si tratta di una cifra esorbitante, che dice di un gran rientro dal 1' per l'argentino (in panchina a Birmingham) ma soprattutto di una difesa avversaria totalmente inadeguata.

    Mourinho ha tempo per agire. Ma i 5 punti di ritardo sulle due di Manchester (e le dimensioni della sconfitta di oggi) sono già qualcosa che deve dare da pensare al tecnico portoghese, che certamente ha programmato una partenza lunga della sua squadra, ma che già alla seconda si trova sul groppone un handicap pesante. 

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