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Prandelli per CM: 'Inter e Juve, manca il gioco. Baselli è da Milan, su Hamsik...'
Anche le grandi hanno paura. Potremmo riassumere così quanto ha espresso la sfida tra Inter e Juventus, che ha dimostrato come entrambe le squadre siano tuttora alla ricerca della formula giusta. Sono convinto che sia i nerazzurri che i bianconeri saranno competitivi per lo Scudetto, ma in questo momento sono formazioni che dipendono troppo dalle individualità: Allegri ha deciso di affidarsi all' abilità nell'uno contro uno di Cuadrado sostenendo troppo poco l'azione con i centrocampisti, mentre Mancini ha insistito soprattutto sulla qualità di Jovetic di agire tra le linee per creare la superiorità numerica.
Sono rimasto invece decisamente più impressionato dalla qualità del gioco espresso da Napoli e Fiorentina, due squadre che propongono un calcio nuovo, diverso e che, avendo già trovato una filosofia di gioco ben precisa, hanno una consapevolezza dei propri mezzi e una confidenza maggiori rispetto a tanti altri. Ha disputato una grande partita Hamsik nel ruolo di mezzala ritagliatagli da Sarri e questo mi dà lo spunto per tornare sull'eterna diatriba sull'utilizzo che ne ha fatto Benitez negli ultimi anni. Non mi piace questo gioco al massacro tipicamente italiano per cui si parla male di un allenatore non appena se n'è andato; è un tecnico che ha fatto grandi cose portando una mentalità internazionale e che merita maggior rispetto. Detto questo, Hamsik è un centrocampista completo che può dare il meglio di sè sia in un centrocampo a 2 che a 3, ma che non ha le qualità per interpretare un ruolo molto complicato come quello del trequartista centrale in un 4-2-3-1. Parlando più in generale, amo quegli allenatori che sanno adattare i propri principi alle qualità dei giocatori a disposizione e in tal senso ritengo che il miglior allenatore in Italia oggi sia Giampiero Ventura.
Il tecnico granata è stato quello che ha valorizzato meglio di chiunque altro il talento di Alessio Cerci, un giocatore che può tornare molto utile a questo Milan. E' un ragazzo con grandissime qualità, nell'uno contro uno ha pochi eguali, ma ha bisogno di fiducia per rendere al meglio. E' una persona fragile dal punto di vista caratteriale, che non ha ancora fatto il definitivo salto di qualità per stare in una grande squadra, ma che ha bisogno di essere aiutato, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà. Contro il Milan, ha giocato un'altra grande partita un ragazzo sul quale evidentemente avevo visto giusto qualche anno fa, ai tempi della Nazionale. Parlo di Daniele Baselli, che avevo convocato nell'unico stage che abbiamo potuto svolgere a Roma durante la mia esperienza come ct e già in quell'occasione mi accorsi delle sue doti da predestinato. E' un giocatore che ha tutto, eleganza, visione di gioco, un dinamismo importante e, da buon bresciano, credo che sia già in possesso dei requisiti necessari per giocare in una formazione di vertice.
Le ultime righe voglio dedicarle a quel grande giocatore e a quel serio professionista che ha dimostrato di essere Daniele De Rossi. Ragazzo per bene e atleta esemplare, come dimostrano le 500 presenze con la maglia della Roma. Garcia lo ha impiegato in alcune circostanze come difensore centrale, un ruolo che ha rivestito anche con me con la maglia azzurra e che, credo, possa dargli l'opportunità di esprimersi su livelli molti alti ancora per tanti anni. Cambia ovviamente qualcosa dal punto di vista dei movimenti, dei tempi di gioco, ma ha tutto per diventare un punto di riferimento in quella posizione. De Rossi difensore e Roma da Scudetto? Ribadisco un concetto espresso nelle scorse settimane: l'organico dei giallorossi è in assoluto il migliore di tutto il campionato, ma Garcia sta sperimentando troppe soluzioni differenti e forse è giunto il momento che insista su una formazione e su un assetto ben precisi per regalare maggiori certezze ai suoi giocatori.
Cesare Prandelli
Sono rimasto invece decisamente più impressionato dalla qualità del gioco espresso da Napoli e Fiorentina, due squadre che propongono un calcio nuovo, diverso e che, avendo già trovato una filosofia di gioco ben precisa, hanno una consapevolezza dei propri mezzi e una confidenza maggiori rispetto a tanti altri. Ha disputato una grande partita Hamsik nel ruolo di mezzala ritagliatagli da Sarri e questo mi dà lo spunto per tornare sull'eterna diatriba sull'utilizzo che ne ha fatto Benitez negli ultimi anni. Non mi piace questo gioco al massacro tipicamente italiano per cui si parla male di un allenatore non appena se n'è andato; è un tecnico che ha fatto grandi cose portando una mentalità internazionale e che merita maggior rispetto. Detto questo, Hamsik è un centrocampista completo che può dare il meglio di sè sia in un centrocampo a 2 che a 3, ma che non ha le qualità per interpretare un ruolo molto complicato come quello del trequartista centrale in un 4-2-3-1. Parlando più in generale, amo quegli allenatori che sanno adattare i propri principi alle qualità dei giocatori a disposizione e in tal senso ritengo che il miglior allenatore in Italia oggi sia Giampiero Ventura.
Il tecnico granata è stato quello che ha valorizzato meglio di chiunque altro il talento di Alessio Cerci, un giocatore che può tornare molto utile a questo Milan. E' un ragazzo con grandissime qualità, nell'uno contro uno ha pochi eguali, ma ha bisogno di fiducia per rendere al meglio. E' una persona fragile dal punto di vista caratteriale, che non ha ancora fatto il definitivo salto di qualità per stare in una grande squadra, ma che ha bisogno di essere aiutato, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà. Contro il Milan, ha giocato un'altra grande partita un ragazzo sul quale evidentemente avevo visto giusto qualche anno fa, ai tempi della Nazionale. Parlo di Daniele Baselli, che avevo convocato nell'unico stage che abbiamo potuto svolgere a Roma durante la mia esperienza come ct e già in quell'occasione mi accorsi delle sue doti da predestinato. E' un giocatore che ha tutto, eleganza, visione di gioco, un dinamismo importante e, da buon bresciano, credo che sia già in possesso dei requisiti necessari per giocare in una formazione di vertice.
Le ultime righe voglio dedicarle a quel grande giocatore e a quel serio professionista che ha dimostrato di essere Daniele De Rossi. Ragazzo per bene e atleta esemplare, come dimostrano le 500 presenze con la maglia della Roma. Garcia lo ha impiegato in alcune circostanze come difensore centrale, un ruolo che ha rivestito anche con me con la maglia azzurra e che, credo, possa dargli l'opportunità di esprimersi su livelli molti alti ancora per tanti anni. Cambia ovviamente qualcosa dal punto di vista dei movimenti, dei tempi di gioco, ma ha tutto per diventare un punto di riferimento in quella posizione. De Rossi difensore e Roma da Scudetto? Ribadisco un concetto espresso nelle scorse settimane: l'organico dei giallorossi è in assoluto il migliore di tutto il campionato, ma Garcia sta sperimentando troppe soluzioni differenti e forse è giunto il momento che insista su una formazione e su un assetto ben precisi per regalare maggiori certezze ai suoi giocatori.
Cesare Prandelli