Quando un non-schiavo incontra un onesto
Cesare Prandelli è il mio eroe della settimana. Ha convocato Simone Farina, un terzino del Gubbio, in nazionale. Perché? Perché è un fuoriclasse incompreso? Perché è un giovane promettente? Niente di tutto ciò. Ignoro come giochi Farina, se bene o male, certo ha militato sempre in serie C, ora in B quasi per caso. E ha ventinove anni, non è una promessa del calcio. Qual è la favola? La favola è che Prandelli lo ha convocato perché è onesto. Simone Farina poteva truccare una partita per denaro, ma non l’ha fatto, e ha denunciato tutto.
L’allenatore della nazionale mi era già piaciuto in passato. Qualche anno fa la moglie si era ammalata gravemente, e lui per accudirla aveva lasciato l’attività di allenatore, ripresa solo anni dopo. Tutti sanno che anche a fare il semplice impiegato, se molli, è difficile che non paghi un prezzo salato, fatto di mancati avanzamenti, mancata carriera. Figuriamoci un allenatore, costretto a essere sempre su piazza, sempre disponibile, sulla bocca dei procuratori. Ironia della sorte, l’allenatore che aveva messo in secondo piano il lavoro per amore non ha perso alcun terreno e ora allena la nazionale. Uno che sa mettere da parte il lavoro mi piace. Mi piace ancora di più uno che ritiene di dover convocare in nazionale un ragazzo onesto, che ha denunciato una combine calcistica che gli avrebbe fruttato 200.000 euro netti in un colpo. Lui ne guadagna 90.000 lordi in un anno, ha tre figli, e (ne sono sicuro) qualche idea su come li avrebbe spesi. Ma ha detto no.
Quando abbiamo attraversato l’Atlantico per il viaggio di “7 Mosse per l’Italia” ci siamo scervellati su molti argomenti. Uno di questi (copyright Oscar Farinetti) era che “essere onesti è figo”. Dovrebbe esserlo, almeno. Lui, che è un uomo di marketing, pensava come fare a comunicare ed affermare questo principio. Io, tra me, pensavo come fare a farlo percepire come vero. Le due cose non sono identiche, se ci pensate, ma propedeutiche.
Prandelli, senza fare tante traversate atlantiche o scervellarsi troppo, c’è riuscito. Almeno credo. Che un ragazzo qualunque che vuole rimanere onesto diventi famoso e giochi in Nazionale mi sembra un bel segno. Alla faccia di chi dice che sono sempre i mariuoli a fare strada, che l’onestà non paga e tutte queste belle menate da vecchi cinici disillusi. E nonostante l’allenatore del Gubbio Simoni abbia detto che non bisogna fare di Farina un eroe, che se uno onesto diventa un eroe allora vuol dire che siamo messi male, etc etc.
Il solito discorso involuto per dire il contrario di quello che si dice. Manco per niente, Farina è un eroe perché questo è un mondo di ladri, evasori, truffatori e io che sto qui a guardare le notizie mi commuovo per un eroe onesto. A volte l’onestà paga. Basta che ci siano due condizioni: qualcuno che non vuole farsi corrompere e qualcuno che sa dare ancora valore all’onestà. Due come Farina e Prandelli.