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  • Jovetic-Juve.| Pontello: 'Ma Baggio era un'altra cosa'

    Jovetic-Juve.| Pontello: 'Ma Baggio era un'altra cosa'

    • Irene Gheri

    Strano sentir parlare Ranieri Pontello ancora di Fiorentina; strano soprattutto sentirlo parlare di cessioni, facendo ricordare un episodio nero sia per la sua città che per quella squadra da cui si è separato ormai da anni.

    Ma del resto le stranezze nel calcio sono all’ordine del giorno, pertanto l’ex presidente viola si lancia in un parallelo, azzardando la cedibilità di Jovetic al pari di quella di Baggio che, ben 23 anni fa lasciava la Fiorentina, ceduto all’avversario per antonomasia: la Juventus. 

    In realtà Pontello di parallelo fa solo questo, poiché di Jovetic dice:

    Si, è vero, molte sono le cose che legano i due. Però devo dire e sono convinto che Jovetic debba ancora dimostrare qualcosa, mentre io ricordo Roberto Baggio all'epoca che era davvero un campione assoluto, completo. C’è una similitudine tra le due situazioni, per quanto i tempi siano molto diversi. In ballo c’è un grande giocatore, due società blasonate quali Juventus e Fiorentina, la possibilità di un trasferimento importante nel giugno prossimo. Tra Baggio e Jovetic, attualmente, c’è però differenza: il Baggio di allora è superiore all’attuale Jovetic. Sono favorevole a una cessione, quando sul piatto viene messa una cifra notevole. Inoltre, i dirigenti viola hanno dimostrato che, se messi nelle condizioni di operare, sanno realizzare ottimi investimenti. E con i proventi di Jovetic, se venisse ceduto, la Fiorentina potrebbe muoversi molto bene, sul mercato. Non penso che a Firenze andrebbe in scena una rivolta. I tempi sono cambiati, di bandiere in giro se ne vedono poche."

    Così, quasi senza indugiare sugli episodi del maggio ‘90, Pontello, parlando della scelta di vendere Baggio che ora a suo parere risulterebbe quasi scontata, da “precursore”, come si definisce, dice:

    “Si, sono stato un precursore e sotto un certo aspetto mi fa anche piacere. Avevo capito che la strada era quella e poi noi avevamo annunciato il nostro ritiro dalla Fiorentina e la vendita di Baggio ci ha aiutati a vendere la Società, facendo si che il nuovo acquirente la trovasse sana.”

    “Sana”, strana anche la definizione di quella che era la squadra che il 18 maggio 1990 perdeva il Campione, appena dopo aver perso la finale di Coppa Uefa, su campo neutro, Avellino, proprio contro la Juve.

    Forse anche a questo episodio vanno attribuite le ore di violenza e follia che investirono la città viola dopo il comunicato della società.

    Se Pontello possa essere nel giusto sottolineando le diversità del Baggio della fine dello scorso secolo e lo Jovetic di oggi, o se davvero sia giusto per una società vendere un giocatore che per molti versi rappresenta quella società, per ragioni di marketing non è così immediato, ma su una cosa ha sicuramente ragione:

    “Certamente non ci sarebbe la reazione che ci fu 22 anni fa. Gli umori delle piazze d'Italia sono cambiate, tutto è cambiato e i tifosi hanno capito che il calcio è diverso, che i campioni vanno e vengono e si spostano da una società all'altra e le vendite anche ai team rivali sono in qualche modo accettati.”

    E questo non perché per la città si vedono meno bandiere, ma perché i tifosi, che per esserlo non devono necessariamente esporre bandiere, sono cresciuti, maturati ed hanno forse un diverso rapporto con chi guida la squadra oggi, che sembra aver dimostrato, pur tenendo conto delle necessità economiche, di guardare anche alle necessità della squadra e del suo tifo, che sabato accompagnerà la sua Fiorentina in questa difficile trasferta a Torino contro una Juventus che per ora è ancora più forte, ma che non è detto lo diventi ancor di più acquisendo Jovetic.


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