Pol Garcia: 'Juve, vorrei una seconda squadra. Su Bellerin...'
MASIA SPECIALE - "E’ un bell’ambiente. I ragazzini si allenano vicino ai fenomeni: io spesso mi fermavo a vedere Messi, Xavi e Iniesta. Quando si dice che al Barcellona dai “pulcini” alla prima squadra ci si allena in modo simile non è una leggenda: la priorità è la tecnica e l’idea è che il gioco debba cominciare sempre attraverso l’impostazione rasoterra del portiere. Quando sali di livello e cambi squadra non ti trovi smarrito perché filosofia e sistema sono gli stessi".
IL SUO BARCELLONA - "C'è qualcuno dei miei ora con Messi? No, però tanti sono in squadre di Liga o all’estero, come Bellerin dell’Arsenal. Nell’Under 15 del Barcellona io giocavo centrale e Bellerin terzino destro".
BELLERIN - "Marotta lo punta? E’ da un po’ di tempo che non lo sento, però se mi chiedesse consiglio non potrei che parlargli bene della Juve e dell’Italia".
VIALLI - "Se a Cremona me ne hanno parlato? Certo, appena arrivato. Mi hanno chiesto di portare avanti l’ottima tradizione. Sinceramente mi sarei aspettato di giocare un po’ di più, a gennaio vedremo".
MODELLO - "Avevo un debole per l’eleganza e la duttilità di Paolo Maldini: se sono venuto in Italia è anche per lui. Al Barcellona sarò sempre grato per l’impostazione tecnica che mi hanno dato, alla Juventus invece mi sono completato tatticamente e in fase difensiva".
PIU' ITALIANO CHE SPAGNOLO - "In quasi tutto, tanto che sto avviando le pratiche per la nazionalità italiana. Sono fidanzato con una ragazza di Vicenza e quando parlo con i miei genitori in spagnolo finisco per usare sempre delle vostre espressioni. All’inizio, però, non è stato tutto semplice. In Spagna ero abituato a mangiare tardi e tanto, mentre alla Juve eravamo sempre a tavola a mezzogiorno e mi limitavo a un piatto di pasta".
IL RICORDO - "Cosa non dimenticherò mai degli allenamenti con la prima squadra juventina? Carlos Tevez. Era cattivo come in partita, tostissimo da marcare".
FUTURO - "Voglio arrivare al top, che poi sia Juve, serie A, Premier o Liga non fa differenza".
RITIRO E LIBRI - "E’ vero. Mi piacciono i libri sulla “Seconda Guerra Mondiale” e con papà, che è stato il mio primo allenatore, collezioniamo i Don Chisciotte: ne avremo 200. E poi studio: nei giorni scorsi sono stato a Barcellona per sostenere gli ultimi due esami di laurea in Scienze Motorie. Non è stato facile, all’inizio, ma sono talmente orgoglioso che non intendo fermarmi: ho una mezza idea di iscrivermi a fisioterapia, stavolta in italiano però. E’ una passione e una curiosità che mi è cresciuta di anno in anno a forza di massaggi".