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    Pogba: "Voglio tornare a giocare con la Juventus, sono disposto anche a rinunciare a dei soldi"

    Pogba: "Voglio tornare a giocare con la Juventus, sono disposto anche a rinunciare a dei soldi"

    Paul Pogba ha parlato a diversi media in tutto il mondo per sancire il suo ritorno al calcio. La squalifica per doping che gli era stata comminata è stata ridotta da 4 anni a 18 mesi e il giocatore della Juventus ora scalpita. Per l’Italia, ha parlato a La Gazzetta dello Sport. Queste le sue parole.
     
    SI CAMBIA - "Sarà un nuovo Pogba: più affamato, più saggio e più forte. Mi sono allenato da solo con i preparatori in questo anno e sono pronto a tornare alla normalità nel 2025. Ho soltanto un desiderio, giocare a calcio".

    JUVENTUS - "L’amore dei tifosi non è mai mancato. Con i tesserati della Juve non potevo avere contatti per questioni legali. Tanti compagni del passato e attuali mi hanno sempre sostenuto. Cuadrado mi chiamava ogni due giorni e mi faceva sempre ridere. Dybala mi ha mandato molti messaggi. E poi Vlahovic, McKennie, Weah, Kean… Non me ne aspettavo così tanti, anche perché ognuno di noi ha i propri problemi nella vita quotidiana".

    THIAGO MOTTA - "Non ho avuto modo di vederlo e parlarci, ma arriverà questo momento. Io penso di tornare pronto per allenarmi e giocare con la Juve. Io adesso sono un giocatore nella Juve. Nella mia testa c’è soltanto questo oggi. Cosa dire se mi chiamasse? Non devo parlare io, parlerà il campo e poi Thiago Motta giudicherà con i suoi occhi, in base a quello che vedrà. Le chiacchiere sono belle, ma io voglio giocare e nella Juve e nella Francia voglio essere il migliore. Sono disposto a rinunciare anche a dei soldi pur di giocare ancora nella Juve. Voglio tornare".

    FUTURO BIANCONERO - "Non dipende tutto da me, ma anche dai progetti della Juve e da come mi alleno. Io mi voglio mettere a livello degli altri per stare al passo con la squadra di Thiago Motta: ora la realtà è che sono un giocatore della Juve e mi preparo per giocare nella Juve".

    IL 10 A YILDIZ - "Non è il mio numero, è della Juve. Quando nel 2016 sono tornato a Manchester, non mi sono portato dietro il 10. Ho detto a Kenan che ha talento, gli voglio bene e merita quella maglia. Lo avevo già capito ai primi allenamenti che era un ragazzo diverso. Dissi subito ai compagni: Yildiz deve venire in prima squadra. Il 10 non è il mio, sarà sempre della Juve. La Juventus ha fatto bene a pensare al presente, io ero squalificato per 4 anni quando hanno assegnato il 10 a Kenan".

    RINNOVO DI VLAHOVIC - "Da amico direi a Dusan di seguire il cuore. Da compagno, invece, gli dico di restare alla Juve".

    L’ULTIMO ANNO - "È stato un anno molto difficile, la cosa che mi ha fatto più male è stato passare tutti i giorni davanti allo stadio e alla Continassa per accompagnare i mie figli a scuola senza poter entrare ad allenarmi o giocare con la Juventus. Mi sono sentito come un leone in gabbia. A un certo punto volevo andare via dall’Italia con la famiglia perché mi faceva troppo male al cuore questa situazione".

    L’ERRORE - "La cosa sbagliata è stata quella di non riguardare quello che mi ha dato un professionista. Ripeto: un professionista. Io come tanti giocatori ho un cuoco, un preparatore e un fisioterapista personale, è sempre stato così anche Manchester. Non è una questione di leggere meglio l’etichetta, me lo aveva dato un professionista fuori dal club. Ma non ripeterò la stessa cosa, questo è sicuro".

    LA MANCATA OPERAZIONE - "Non ho deciso da solo di non operarmi, nessuno in un grande club sceglie singolarmente. Abbiamo intrapreso quella strada di gruppo e i dottori hanno detto che si sarebbe potuto anche fare. Non mi pento di nulla, la vita è fatta così".

    SCUDETTO - "Spero vinca la Juve".

    CONTE
    - "Antonio è molto forte tatticamente, una volta contro il Parma dava indicazioni e disse a Chiellini di fare un passaggio "dentro". Soltanto che urlando ha capito anche l’avversario e abbiamo subito gol. Conte mi colpì perché poi si scusò per la rete presa".

    ALLEGRI - "Con lui una camicia non bastava, glielo dicevo sempre. Abbiamo organizzato una cena d’addio quado se ne è andato dalla Juve e ha pagato tutto lui. Max lo vedrei ovunque, ma non sono il suo agente: magari in Inghilterra"
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    IBRA -
    "Ibra sarà sempre Ibra, una leggenda del club: con la sua esperienza può dare tanto ai rossoneri. Chiamarmi per portarmi al Milan? Zlatan sa che sono sotto contratto con la Juve".

    RESTARE IN ITALIA SENZA JUVE - "Oggi è impossibile, non mi vedo con un’altra maglia. Il mio focus adesso è quello di tornare a indossare quella della Juve".

    MARSIGLIA - "Zio Evra conosce la mia situazione, ha detto così per scherzo perché è amico di Benatia e perché ha giocato al Velodrome. No, non sono stupito di vedere Rabiot al Marsiglia, ma immaginavo andasse in Inghilterra".

    NUOVO ADDIO - "Oggi non voglio pensare a partire e a dire goodbye alla Juve. Nella mia prima esperienza in bianconero avevo vinto titoli ed ero arrivato a giocare nella Francia, ero giovane. Orologi per tutti? Mi sentivo nel cuore di dover fare questo gesto degli orologi. I più stupiti furono i magazzinieri".

    CITY – “In passato ho detto no a Guardiola per la Juventus

    ALLENATORI - "Vorrei essere allenato di nuovo da Ferguson. L’ho avuto, ma solo un po’: ero giovane".

    NAZIONALE - "Il sogno del Mondiale c’è, ma Deschamps non ha aperto porte a nessuno. Sono io che devo aprirla: mi ha consigliato di lavorare".
     
    BELLINGHAM – “Nuovo Pogba? No, Jude è Bellingham".

    CHAMPIONS – “Chi vincerà? Spero la Juve. Ha un 1% di possibilità, come tutte le squadre".
     
     

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