Plusvalenze sospette Serie A, la Procura Federale non si arrende: presentato ricorso. Il caso specifico della Juve
IL TESTO - La Procura ha atteso la pubblicazione delle motivazioni della sentenza (22 aprile) per poi muoversi per il ricorso al Tribunale, che aveva ritenuto non attendibile ai fini della dimostrazione di un illecito il metodo con cui la Procura aveva definito il valore dei giocatori coinvolti nelle operazioni sospette. "Il primo e, forse, più grave motivo di erroneità della decisione gravata è la mancanza assoluta di ragioni, nell’ambito del corpo motivazionale, per le quali il giudice di primo grado abbia ritenuto di discostarsi e, per certi versi, disapplicare completamente i principi ampiamente enucleati in materia dalla Giustizia Sportiva di questa Federazione", si legge in un estratto del desto del reclamo, pubblicato da Il Tempo. Prosegue: "Risulta evidente come il Tribunale nel caso di specie abbia – nonostante il dichiarato sospetto sorto su alcune operazioni - omesso completamente l’esame di tutti gli elementi e i dati documentali offerti nel deferimento e nella relazione di indagine, in particolare riguardo a quei plurimi elementi gravi, precisi e concordanti che rendono evidente la strumentalizzazione e l’uso improprio che le società coinvolte hanno fatto della propria libertà di contrarre, abusando delle plusvalenze realizzate sulle vendite dei diritti e omettendo la svalutazione dei diritti acquistati". Inoltre, viene contestata la bocciatura del "metodo" scelto per analizzare le operazioni di mercato sospette".
JUVE - Nel testo del ricorso, evidenzia Il Tempo, c'è poi un richiamo al caso specifico della Juventus: "….sin dai preliminari accertamenti svolti è emerso, da un lato, l’assoluto rilievo di siffatte operazioni nel bilancio della JUVENTUS s.p.a., essendo state contabilizzate, negli esercizi sopra indicati, plusvalenze per complessivi € 322.707.000; dall’altro, si è registrata la costante crescita di siffatta voce ad eccezione dell’ultimo esercizio, in via del tutto proporzionale all’aumento delle perdite e degli ammortamenti dei medesimi diritti". "A parere di questo Ufficio - conclude - gli elementi e gli indizi gravi precisi e concordanti acquisiti dalla Procura della Repubblica di Torino in relazione alla posizione della Juventus e dei suoi tesserati possono essere confrontati, in termini di similitudine della fattispecie, con la documentazione relativa a tutte le altre società e tesserati oggetto del presente procedimento".