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    Plusvalenze: Juve condannata, ma i guai bianconeri non sono finiti

    Plusvalenze: Juve condannata, ma i guai bianconeri non sono finiti

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Chi doveva giudicare è andato oltre chi accusava. E così venerdì 20 gennaio 2023 passerà alla storia come uno dei giorni più drammatici nella storia della Juventus: 15 punti di penalizzazione, di fatto azzerata ogni ambizione per la stagione in corso. E non è finita, perché altri processi (sportivi) devono arrivare: quello sulla manovra stipendi, per esempio, da cui emergono rapporti non regolamentari con altre squadre, nelle intercettazioni raccontate da Paratici come succursali della Juventus. Se anche qui il club dovesse essere ritenuto colpevole, perché si dimostrerà che alterando i bilanci ha ottenuto l’iscrizione ai campionati, rischierebbe addirittura un’altra retrocessione. E chissà cosa accadrebbe dei titoli sportivi vinti nel frattempo. Addirittura pleonastica a questo punto la sanzione Uefa, che per la violazione del settlement agreement raggiunto in estate, potrebbe negare ai bianconeri, la partecipazione alle Coppe europee. Pleonastica, perché tanto non la raggiungeranno sul campo.

    La corte di appello federale ha giudicato fondamentali i fatti emersi dall’inchiesta (penale) Prisma, ha accolto il ricorso della Procura, riaperto il processo ed emesso il verdetto. Tutto in un giorno, da mezzogiorno alle 21. Tempi francamente sorprendenti, ma sapranno loro. Evidentemente bastavano. Entro 10 giorni saranno rese note le motivazioni e capiremo meglio perché è stata punita solo la Juventus, con i suoi dirigenti. Compreso il ds Cherubini, l’unico sopravvissuto al repulisti.

    Il club farà ovviamente ricorso, ha un mese di tempo, ma vista la debolezza della linea difensiva (sostanzialmente “siamo già stati giudicati e non abbiamo fatto nulla di illecito”) se anche qui non emergeranno fatti nuovi, la speranza bianconera sembra essere solo che giudici differenti possano valutare in altro modo il “ne bis in idem” (non due volte per la stessa cosa) che invece la corte federale ha rispedito a Torino. Una questione tecnica, insomma.

    Alla corte federale evidentemente, prove emerse come le intercettazioni o il “libro nero di FB”, sono bastate per riaprire il processo e punire il club.
    E del resto, come non potevano? (che poi, farlo, titolarlo e conservarlo, il libro nero?!) Alla luce di questo verdetto, si capisce meglio, o forse adesso lo capiscono tutti, cosa è successo dal 28 novembre in poi, dall’azzeramento della vecchia Juventus e l’insediamento, giusto mercoledì, di un cda pronto più alla battaglia legale che a quella sportiva. John Elkann e i suoi più stretti collaboratori evidentemente lo sapevano, loro lo avevano capito, e per questo motivo ha costruito un club pronto a difendersi. Ne avranno modo, ricordando che oltre lo sport, il 27 marzo il gup stabilirà anche se gl’indagati dell’inchiesta Prisma (il club e 12 persone, compresi Agnelli, Paratici, Nedved e Arrivabene) dovranno essere giudicati da un tribunale della Repubblica.

    Oggi ci si può interrogare soprattutto sul perché la Juventus sia stata punita e gli altri 8 club no. L’ipotesi è che quello bianconero sia stato giudicato un sistema vero e proprio, un modo di alterare le carte in cui gli altri club erano di volta in volta deuteragonisti differenti. È un’ipotesi, vedremo le motivazioni. Ci sono altre società che hanno fatto plusvalenze a specchio, lo sappiamo tutti, l’hanno riportato le cronache in ogni sessione di calciomercato. La Juventus evidentemente ne ha fatte più delle altre.
    @GianniVisnadi
     

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