Plusvalenze fittizie, cosa rischia la Juve e i precedenti di Milan e Inter. La Figc prepara nuove norme
SCENARI - Al momento sono due le possibilità, archiviare o chiedere il rinvio a giudizio degli indagati. Per caprine di più bisogna aspettare che arrivino le carte da Torino, alla fine delle indagini preliminari. Per ora, la procura federale ha in mano 62 casi “attenzionati” dalla Covisoc già dal mese di maggio, di cui 42 riferibili alla Juve. Bisognerà vedere se nelle carte di Torino ci saranno spunti per estendere l’inchiesta e coinvolgere altri club.
MILAN E INTER - Le inchieste del passato partite dall’ipotesi di plusvalenze fittizie hanno già investito il nostro calcio e non hanno portato a sviluppi per una semplice ragione: l’impossibilità di definire il valore oggettivo di un calciatore. Come scrive La Gazzetta dello Sport anche su Milan e Inter, a due riprese, 2008 e 2018, si era indagato, senza arriva a pene.
RISCHI - I pm hanno altri strumenti investigativi rispetto alla giustizia sportiva. Se si andasse oltre le “anomalie” e ci fossero per esempio conversazioni compromettenti, il contesto cambierebbe. C’è tutto nell’articolo 31 del Codice di giustizia sportiva. Il comma 1 indica una sanzione soft (ammenda con diffida) per un’«elusione della normativa federale». Il comma 2 chiama in causa pene sportive decisamente più dure: punti di penalizzazione, retrocessione, esclusione dal campionato. Un’ipotesi estrema, però: accertati gli illeciti, si dovrebbe dimostrare in maniera inequivocabile che siano stati decisivi per il raggiungimento dei requisiti per le licenze nazionali e quelle Uefa.
NUOVE NORME - Per combattere il fenomeno, la Federcalcio sta studiando nuove norme. Per esempio, per calcolare il rispetto dei parametri per iscriversi, alla voce dei ricavi non si prenderebbe più in considerazione le plusvalenze «a costo zero», cioè quelle senza un reale passaggio di denaro.