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    Plusvalenze con le grandi e con le piccole, per la Juventus non fa differenza: il caso Novara

    Plusvalenze con le grandi e con le piccole, per la Juventus non fa differenza: il caso Novara

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    E adesso davvero tutti si sono accorti che il plusvalenzificio juventino andava avanti a pieno regime da anni. E ne scrivono assiduamente, forse un po' per lavarsi al coscienza dopo aver dormito lunghi anni davanti all'evidenza dei fatti. Per questo noi di Calciomercato.com, che invece del tema ci siamo occupati per primi e in beata solitudine (https://www.calciomercato.com/news/plusvalenzificio-juventus-da-pjanic-all-under-23-ecco-tutto-quel-49837) possiamo permetterci di starcene da parte a guardare questo formicaio impazzito di analisti e inchiestanti, intanto che rimettiamo ordine fra i nostri appunti e rianalizziamo dati cui altri ancora devono arrivare. E riguardando alle cose scritte negli ultimi quattro anni possiamo serenamente dire almeno due cose. La prima è che la Juventus non è sola nell'uso e nell'abuso della plusvalenza incrociata come strumento per rimettere i conti in linea di galleggiamento, poiché la pratica è estremamente diffusa nel calcio italiano e ultimamente è stata anche esportata (https://www.calciomercato.com/news/il-portogallo-e-la-tossica-lezione-italiana-plusvalenze-incrocia-13609). La seconda è che, rimanendo allo specifico della Juventus, il meccanismo coinvolge non soltanto i club di Serie A o alcuni club europei, ma persino società di Serie B e Serie C che formalmente acquisivano calciatori bianconeri per cifre fuori portata, salvo bilanciare l'impegno finanziario in uscita con la cessione di uno o più calciatori alla Juventus. In casi del genere lo scambio veniva fatto non su valori gemelli, ma con un leggero conguaglio in favore della società medio-piccola.


    Di esempi che rientrano in questa casistica del plusvalenzificio bianconero se ne può indicare più di uno. Ma dovendo scegliere quello che più ci sembra emblematico, non si può che indicare il Novara. Cioè una società che la scorsa estate non è riuscita a iscriversi alla Lega Pro per problemi finanziari. Problemi che certo non sono sorti da un mese all'altro, ma che anzi dovrebbero essere covati nel corso delle ultime 3-4 stagioni. Eppure, nonostante uno stato di precarizzazione dei conti, il Novara ha consentito alla Juventus di registrare dei flussi finanziari in entrata che dal punto di vista della società bianconera sono marginali ma non altrettanto per quella azzurra. Che nell'estate del 2020 ha speso 900mila euro per acquistare dalla Juventus un giovane di serie C, il difensore esterno destro Francesco Lamanna. Classe 2002, Lamanna ha fruttato alla Juventus una plusvalenza da 889mila euro (costo per il Novara, 900mila euro) come certificato dalla relazione finanziaria che accompagna il bilancio al 30 giugno 2021.

    Plusvalenze con le grandi e con le piccole, per la Juventus non fa differenza: il caso Novara

    Dopo la cancellazione del Novara dai ranghi federali il ragazzo è stato tesserato dal Gubbio. Dove, nonostante una valutazione da quasi 1 milione di euro, stenta a trovare un posto da titolare così come era successo nella scorsa stagione col club novarese.

    Il trasferimento di Lamanna è emblematico di un certo modo di operare mostrato dalla Juventus nei rapporti con le società delle categorie minori. Con le quali sono state realizzate plusvalenze incrociate, ma non “a specchio” (denominazione utilizzata dalla Procura della Repubblica di Torino per indicare gli scambi di valore finanziario pari), ma piuttosto con saldo lievemente a favore della società di categoria inferiore. Infatti la società bianconera preleva dal Novara il difensore esterno classe 2002 Tommaso Barbieri valutandolo 1,4 milioni di euro, ciò che per la società novarese è tutta plusvalenza come certificato dal bilancio al 31 dicembre 2020.

    Plusvalenze con le grandi e con le piccole, per la Juventus non fa differenza: il caso Novara

    Barbieri viene aggregato all'Under 23 bianconera, un pezzo fondamentale del plusvalenzificio. E tuttavia, al saldo di flusso fra le due società vanno aggiunti i valori ricavati dai movimenti di altri calciatori nei precedenti esercizi. Con gravoso impegno per il Novara. Le plusvalenze registrate dalla Juventus nel bilancio al 30 giugno 2020 forniscono un'esauriente idea. Infatti, in quella relazione finanziaria, la Juventus annota i seguenti attivi di bilancio nel rapporto con la società azzurra: 200mila euro per Mattia Bortolussi, 22 mila euro per Filippo Marricchi, 400mila euro per la cessione dei due giovani di serie Alessandro Spitale e Carmine Sterrantino (200mila euro a testa). Al saldo vanno aggiunti anche i 50mila euro di ricavi da prestito oneroso su due calciatori, Stefano Lofrano e Amedeo Poletti (25mila euro ciascuno).

    Plusvalenze con le grandi e con le piccole, per la Juventus non fa differenza: il caso Novara

    In totale fa 672mila euro. Che sul versante bianconero sono una piccola cifra ma comunque utile a comporre il mosaico delle plusvalenze, mentre sul versante di una società di terza serie come il Novara sono un peso molto rilevante. E infatti nell'estate scorsa la società azzurra è stata cancellata dal calcio professionistico. E ce ne sarebbe un'altra, sempre in Piemonte, che è entrata nel medesimo vortice. Ma ne parleremo un'altra volta. Così come parleremo a 360 gradi della Grande Macchina delle Plusvalenze Calcistiche. Un problema che riguarda non soltanto la Juventus.

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