
Plusvalenze Juve, tutto quello che c'è da sapere: le accuse, gli indagati, la 'carta Ronaldo', i rischi sportivi e aziendali
SCORRI PER LEGGERE - CASO PLUSVALENZE JUVE, COSA SAPPIAMO OGGI IN SEI PUNTI.
LE ACCUSE: PLUSVALENZE E FALSO IN BILANCIO - I magistrati della Procura di Torino (i PM Ciro Santoriello, Marco Gianoglio e Mario Bendoni), contestano alla dirigenza della Juventus di aver utilizzato fraudolentemente il meccanismo delle plusvalenze per coprire i buchi di bilancio. Gli affari di mercato sotto inchiesta hanno generato plusvalenze per 282 milioni di euro in tre anni e, secondo la Procura, presentano “valori fraudolentemente maggiorati” per far figurare a bilancio entrate utili a ridurre le perdite, senza che ci siano stati reali movimenti di denaro. Tutto è partito dal lavoro svolto dalla Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche, la Covisoc, che negli scorsi mesi aveva avviato un’indagine su possibili plusvalenze fittizie, individuando 62 trasferimenti sospetti, di cui 42 operati dalla Juventus.


PLUSVALENZE FITTIZIE - Nel mirino della Procura, che sta mettendo sotto la lente d’ingrandimento le plusvalenze bianconere, sono finite anche le commissioni agli agenti, commissioni definite, come riporta la Gazzetta dello Sport, “fittizie”, in quanto i procuratori avrebbero preso compensi per operazioni di mercato inesistenti, con pagamenti che non corrispondo alle operazioni concluse. Come specificato dalla Procura di Torino in un comunicato, si lavora su “prestazioni rese da alcuni agenti coinvolti nelle rispettive intermediazioni”.

LA CARTA RONALDO - Un autentico giallo, riporta la Gazzetta dello Sport, non tanto sull'esistenza di questa carta, provata dall'intercettazione che vede coinvolto anche l'attuale ds Federico Cherubini, che resta non indagato, bensì sul contenuto. Nel decreto di ingunzione si parla genericamente di
GLI INDAGATI - Andrea Agnelli (presidente della Juventus dal 2010), Pavel Nedved ( vice presidente dal 23 ottobre 2015), Fabio Paratici (ex direttore di tutta l’area sportiva, ora al Tottenham), Cesare Gabasio (avvvocato, è a capo dell’ufficio legale della Juve da gennaio 2021), Stefano Bertola (ex Chief Financial Officer, dal luglio 2020 al posto di Marco Re, ma ha a sua volta lasciato l’incarico nel club bianconero), Marco Re (ex Cfo, ha lasciato nel luglio 2020), Stefano Cerrato (alla Juventus dal gennaio 2021, ricopre il ruolo di Corporate & Financial Officer da novembre).


COSA RISCHIA LA JUVE DAL PUNTO DI VISTA SPORTIVO - Al momento sono due le possibilità, archiviare o chiedere il rinvio a giudizio degli indagati. Per caprine di più bisogna aspettare che arrivino le carte da Torino, alla fine delle indagini preliminari. Per ora, la procura federale ha in mano 62 casi “attenzionati” dalla Covisoc già dal mese di maggio, di cui 42 riferibili alla Juve. Bisognerà vedere se nelle carte di Torino ci saranno spunti per estendere l’inchiesta e coinvolgere altri club. I pm hanno altri strumenti investigativi rispetto alla giustizia sportiva. Se si andasse oltre le “anomalie” e ci fossero per esempio conversazioni compromettenti, il contesto cambierebbe. C’è tutto nell’articolo 31 del Codice di giustizia sportiva. Il comma 1 indica una sanzione soft (ammenda con diffida) per un’«elusione della normativa federale». Il comma 2 chiama in causa pene sportive decisamente più dure: punti di penalizzazione, retrocessione, esclusione dal campionato. Un’ipotesi estrema, però: accertati gli illeciti, si dovrebbe dimostrare in maniera inequivocabile che siano stati decisivi per il raggiungimento dei requisiti per le licenze nazionali e quelle Uefa.

E AZIENDALE - È messo nero su bianco in un documento ufficiale bianconero: la Juventus potrebbe non avere la capacità «di mantenere il presupposto della continuità aziendale». E se arrivassero sanzioni o condanne a esponenti aziendali ci potrebbero essere «impatti negativi, anche significativi, sulla situazione economica… del gruppo».