Michel Platini, presidente dell'Uefa, sottolinea la necessità che sia l'arbitro e non un giocatore, come ventilato dal nostro Mario Balotelli, ad interrompere una partita in caso di episodi di razzismo: "Se l'arbitro decidesse di sospendere la partita, lo sosterremmo, ma la decisione non compete a Mario Balotelli - dice il n.1 del calcio europeo - Senza dubbio sosterremmo il direttore di gara se decidesse di fermare la partita. Ma la decisione non tocca al signor Mario Balotelli. E' l'arbitro a dirigere il match. Tifosi estremisti? E' facile puntare il dito contro Polonia e Ucraina, ma abbiamo gli stessi problemi in diversi paesi: in Francia, negli Stati Uniti, in Inghilterra... Non è una questione che riguarda solo il calcio, è un problema che riguarda la nostra società". 

 

 

Platini, inoltre, ribadisce il proprio intendimento secondo cui i giocatori che abbiano truccato partite per interessi personali debbano essere radiati a vita: "Per tutti coloro che si macchiano di combine ci deve essere 'tolleranza zero', non devono più giocare - dice il n.1 del calcio europeo - mi auguro che l'organo disciplinare mi segua. Spetta ai giocatori risolvere questo problema, loro sono il cuore del calcio. E' molto tempo che parlo del problema degli incontri truccati. La crisi ha reso vulnerabili le piccole squadre nelle serie minori, aumentando il rischio che in cambio di denaro ci sia chi è disposto ad 'aggiustare' un match".