Pirlo studia da ambasciatore, Del Piero bocciato solo dalla Juve
Pirlo negli States ha guadagnato molto, molto bene: ha firmato contratti pubblicitari importanti e volendo potrebbe anche starsene a New York. Mica brutto vivere in un attico a Manhattan e fare l’opinionista per ESPN o la CBS facendo lo sforzo, di tanto in tanto, di scendere le scale del proprio residence, salutare il portiere, salire su una limo e andare a vedere qualche partita per fare il commentatore. Non è ancora dato sapere se Pirlo sarà uno yankee full time o meno: visto il momento fossimo in lui non torneremmo in Italia nemmeno sotto l’effetto di droghe altamente depressive. Di sicuro la Juventus gli ha offerto un ruolo di ambasciatore negli Stati Uniti. Un lavoro part time: si tratta di fare il filo a qualche sponsor, presenziare a tutto quello che l’industria automotive proponga e che porti i marchi della Fiat o della Chrysler, sovrintendere a un paio di scuole calcio e organizzare una trasferta della Juventus. Una vita invidiabile.
Il tutto ci fa pensare però anche a un altro giocatore che ricopre il ruolo di ambasciatore: ha patrocinato la Champions League d’Asia, la candidatura di un paese asiatico a un Mondiale (poi ritirata). Ma di fatto, tra una chiacchierata con il suo petulante passerotto e la sua splendida apparizione alla serata di gala della fondazione Laureus, Alessandro Del Piero è ambasciatore di se stesso. La Juve non lo vuole. E onestamente non riesco a capire il perché. Così come ancora oggi gran parte del pubblico juventino non capisce il trattamento riservato al numero 10 per eccellenza. Parliamo di diciannove campionati, 705 presenze e 290 goal. Tanto abbastanza per fare pubblicità o il commentatore. Non per convincere Andrea Agnelli a scendere sul gradino del buon senso e porsi sul piano di un qualsiasi tifoso degli ultimi venti anni. Intendiamoci. Non è che Del Piero viva male: ma vederlo sistematicamente scavalcato nella riconoscenza della società da Trezeguet, Nedved e ora anche da Pirlo, sembra francamente un controsenso del tutto irrazionale.