Pirlo: 'Pogba il miglior talento mai visto. Una volta i ragazzi temevano i più vecchi, oggi pensano solo a farsi le foto'
L'ex centrocampista della Juventus Andrea Pirlo, oggi al New York City, ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport in cui ha parlato dei migliori talenti del campionato italiano e non solo. "I miei successori? Cataldi no, è diverso da me, è più incursore. Verratti non mi somiglia, però è il calciatore che può giocare per vent’anni in Nazionale. Contro di noi, nel 2014, Mandragora giocò bene. Di Sensi mi parlano bene, ma ovviamente conosco meglio Sturaro. Nella scorsa stagione è migliorato tanto, anche se ora gioca meno. Si dice che in Italia i ragazzi non giocano ma guardate Donnarumma: chi è più bravo, ha spazio. Altri? Mi piace Dioussé dell’Empoli. Per fare il centrocampista centrale devi avere personalità". Come crescono i giovani calciatori americani? "I ragazzi arrivano in Major League dalle università. La tattica non la sanno, la tecnica è poca, il fisico tanto. Il calcio però è diventato lo sport più praticato, anche più del basket. Le strutture e i soldi non mancano, però si diceva la stessa cosa dell’Africa. Servono cultura e professionalità".
Sulle differenze tra i giovani calciatori di una volta e quelli di oggi: "Una volta, in prima squadra, avevi paura a parlare e stavi in un angolo. Era una dittatura degli anziani. Ti presentavi con l’orecchino, te lo toglievano. Ti facevi crescere i capelli, te li tagliavano. Adesso un ragazzo viene a fare un allenamento con la prima squadra e pensa di essere arrivato. La cosa più importante è mettersi lì a fare le foto. Io qualche bella entrata l’ho presa. Una da Giunta: avevo dribblato due o tre volte, mi hanno fatto una caviglia così. Ragazzi seri? Certo che ci sono. Rugani, ad esempio. Anche Bernardeschi mi sembra un ragazzo serio, ma lo conosco meno. Pogba il più forte giovane che ho visto in carriera? Sì. Dal primo allenamento abbiamo capito: 'Questo è forte'. Era magrino ma le gambe arrivavano ovunque. Ora è più grosso, potente: si è anche irrobustito".
Sulle differenze tra i giovani calciatori di una volta e quelli di oggi: "Una volta, in prima squadra, avevi paura a parlare e stavi in un angolo. Era una dittatura degli anziani. Ti presentavi con l’orecchino, te lo toglievano. Ti facevi crescere i capelli, te li tagliavano. Adesso un ragazzo viene a fare un allenamento con la prima squadra e pensa di essere arrivato. La cosa più importante è mettersi lì a fare le foto. Io qualche bella entrata l’ho presa. Una da Giunta: avevo dribblato due o tre volte, mi hanno fatto una caviglia così. Ragazzi seri? Certo che ci sono. Rugani, ad esempio. Anche Bernardeschi mi sembra un ragazzo serio, ma lo conosco meno. Pogba il più forte giovane che ho visto in carriera? Sì. Dal primo allenamento abbiamo capito: 'Questo è forte'. Era magrino ma le gambe arrivavano ovunque. Ora è più grosso, potente: si è anche irrobustito".