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Pirlo: 'Al Milan dieci anni fantastici, Ancelotti l'allenatore più importante. Sulla Juve e Conte...'
Sul ritiro: "Fa un certo effetto non poter scendere in campo ed allenarsi. Mi sento bene, ma era il momento giusto per finire! Quando al mattino mi pesava andare ad allenarmi e quando avevo dolori, fare figuracce era inutile: devi smettere quando te la senti, ho deciso nel momento migliore, ho smesso ancora quando mi sentivo ancora dei migliori. Non è facile. Guardandomi indietro vedo tutta la mia carriera, i sogni da bambino che ho realizzato."
Sulla vittoria del Mondiale nel 2006: "Il mondiale un'esperienza bellissima, la vittoria più importante. Purtroppo pensi che non ti accadrà più, né giocarla né vincerla. Penso a qui momenti indimenticabili. La camminata verso il rigore... prendi il pallone e ti avvicini al dischetto... sembrava una palla medica...dopo averlo scaricato in rete ti lasci un'enorme pressione addosso. Durante la rincorsa avevo già pensato a come tirarlo. Volevo far questo, era la cosa che volevo fare fin da piccolo, non mi ha mai pesato, neanche in ritiro.
Sul Milan e su Ancelotti: "Al Milan sono stati 10 anni fantastici, abbiamo vinto tutto, ho conosciuto compagni e amici straordinari. Tutti insieme sempre, è stato un pezzo importante della mia vita. Siamo amici tuttora, ci trovavamo bene sia dentro sia fuori dal campo. Ancelotti è stato l’allenatore più importante, è quello che ho avuto di più, mi ha fatto giocare ai massimi livelli, devo solo ringraziarlo, è stato come un secondo padre. Siamo cresciuti insieme nel Milan."
Sulla Juventus e su Conte: "Un'altra felicissima parentesi, 4 anni, grandissimi stimoli dopo 10 anni di Milan. Abbiamo vinto 4 campionati e perso una finale di Champions. Non pensavo che sarei stato così bene. Sono andato via tranquillamente dal Milan, ma dentro di me cera la voglia di far vedere che non ero finito. Al primo ritiro, alla prima riunione, da lì ho capito che Conte era un grandissimo allenatore. Trasmetteva voglia di rivalsa, di far tornare la Juve dove meritava. Ne ha dette tante di cose, parole forti, ti faceva venir voglia di allenarti. È stato convincente dal primo giorno con le parole, i fatti e il lavoro. Abbiamo lavorato duramente e da lì è iniziato tutto. La società è stata brava a dargli fiducia."