Pirlo ha ragione: il Milan l'ha scaricato, la Juve ha creduto in lui. E Berlusconi lo sa
Come raccomanda Antonio Conte, bisogna parlare sempre dopo avere vinto, mai prima. Andrea Pirlo ha osservato scrupolosamente il precetto. Trentadue anni da compiere il 19 maggio, uno degli artefici dello scudetto juventino ha atteso che il trionfo si compisse per raccontare la sua verità sul divorzio dal Milan, dopo 10 anni durante i quali ha vinto 10 titoli: 2 scudetti, 2 Champions League, 1 Mondiale per club, 2 Supercoppe europee, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa italiana.
Nell’illuminante intervista concessa a G.B. Olivero, stamane sulla Gazzetta dello Sport, si legge fra l’altro: “Sono stato scaricato da Allegri: nel mio ruolo voleva far giocare altri. Ho scelto la Juve perché mi dava motivazioni importanti. Già a giugno sapevo che avremmo vinto. Il Milan mi aveva proposto il rinnovo per un anno, io chiedevo un triennale perché ero più giovane degli altri in scadenza. Ma il vero motivo del mio trasferimento è stato un altro: Allegri voleva piazzare davanti alla difesa Ambrosini o Van Bommel e io avrei dovuto cambiare ruolo. Ho detto no, grazie e ho scelto la Juve che mi offriva motivazioni importanti. Ci tengo a dire che non stata una questione economica”.
Via Turati, invece, aveva sempre sostenuto che la separazione fosse stata consensuale, dopo dieci anni vissuti meravigliosamente. Pirlo ha pronunciato parole chiare, nette, che già stanno dividendo la tifoseria milanista fra chi rimpiange la cessione del fuoriclasse della Nazionale e chi l’accusa di avere tradito i rossoneri. Tutto questo nei giorni della grande diaspora: ieri Nesta ha dato l’addio, in sicura partenza ci sono anche Inzaghi, Seedorf, Zambrotta e Van Bommel.
La verità è che il Milan ha scaricato Pirlo, non credendo più in lui e la Juve ha vinto la scommessa giocata su e con Pirlo. Capita a tutti di sbagliare sul mercato, anche al club più titolato del mondo. Basta ammetterlo. Congedare Pirlo è stato un errore madornale, quasi quanto puntare su un centrocampo muscolare nell’anno dei 71 infortuni di almeno una settimana e dei 37 incidenti più prolungati nel tempo. E, se è vero che nella passata stagione, il campione bresciano aveva collezionato soltanto 17 presenze in campionato , a causa dei malanni che l’avevano assillato (forse a causa della preparazione?) è altrettanto vero che quest’anno Pirlo è risultato che ha giocato di più. Quindi, dov’è l’errore. Berlusconi, forse, lo sa.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com