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  • Pioli: "Theo e Leao a volte indolenti. De Ketelaere non è stata solo colpa mia. Ronaldo è una leggenda"

    Pioli: "Theo e Leao a volte indolenti. De Ketelaere non è stata solo colpa mia. Ronaldo è una leggenda"

    • Emanuele Tramacere
    Stefano Pioli, attuale allenatore dell'Al Nassr ed ex-allenatore del Milan, ha concesso una lunga intervista a Radio Tv Serie A con Rds 

    AL-NASSR - "Sta andando bene, una bella esperienza, stimolante, diversa. È quello che volevo, ci sono tante cose differenti, come le abitudini, una nuova cultura, un nuovo campionato, nuovi giocatori, è una situazione che mi sta coinvolgendo tanto. È un paese in grandissimo sviluppo, come lo è il calcio saudita. Credo che stiano facendo un buon lavoro, c’è ancora tanto da fare, ma stanno crescendo velocemente, hanno le possibilità per investire nelle strutture, negli allenatori, nella costruzione dell’academy. Io e il mio staff stiamo lavorando da 4 mesi per cercare di migliorare il più possibile e loro hanno dato disponibilità totale, siamo stati accolti molto bene dal club, dai giocatori e dall'ambiente, e quindi stiamo lavorando bene anche se all’inizio abbiamo ottenuto risultati migliori quando il lavoro era più difficile e adesso stiamo portando a casa risultati meno buoni a discapito di quello che avremmo meritato" 

    CRISTIANO RONALDO - "Cristiano credo che non sia solo un campione, è di più. Rimarrà nella storia del calcio. Campioni ce ne sono, di leggende meno e Cristiano è una leggenda. Il nostro rapporto è molto semplice e facile per me, Cristiano è un professionista incredibile, vuole dare il massimo e il meglio ogni giorno, vuole aiutare la squadra. Io parlo meglio in italiano che in inglese, lui anche sa l’italiano ma il più delle volte mi risponde in inglese e ci capiamo bene. Le cose di campo e di calcio sono abbastanza facili". 

    PERCHÈ L'ARABIA - "Quando ho lasciato il Milan ho avuto un paio di occasioni in Italia e una in Francia, ma appena lasciato il Milan non mi sentivo pronto. Poi però è arrivata questa offerta dall’All Nassr. Nella proposta hanno messo forza motivazionale, di crescita e di sviluppo, e anche forza economica. Ma onestamente dopo il Milan la mia idea era cercare qualcosa a livello internazionale, di provare qualcosa di diverso e di nuovo. Ho allenato 20 anni in Italia, non dico che ho fatto tutto perchè c’è sempre qualcosa da fare e sicuramente tornerò ad allenare in Italia, ma l’idea mi è piaciuto".

    INTER E MILAN - "Sono uno degli 8 ad averle allenate entrambe? Sapevo che non eravamo tanti. Io sono qui in Arabia con il  mio prof, l’unico che ha iniziato con me, il prof Matteo (Osti) che è con me dal 99 a Bologna, quindi ogni tanto dico “Matteo certo che se ci avessero detto tutto quello che abbiamo fatto e ora siamo qui in Arabia Saudita, in pochi l’avrebbero detto”. Poi ovviamente si ricordano ad esempio lo scudetto del Milan, ma io tutte le volte che ho allenato il Chievo e ci siamo salvati, ho allenato il Sassuolo e l’obiettivo erano i playoff e ci siamo andati, oppure ho allenato il Bologna a 0 punti per arrivare a 51, quelle sono tutti stati successi che mi hanno permesso di fare quella carriera che abbiamo fatto".

    RIMPIANTO LAZIO - "Ad esempio, il secondo anno della Lazio, dopo un primo anno così bello, sicuramente oggi posso dire che se lo avessi gestito diversamente probabilmente avrei ottenuto dei risultati diversi. Quella è stata una situazione che mi aveva pesato perché stavo bene là e avevamo creato qualcosa di importante, però il secondo anno alcune dinamiche non le avevo colte al volo e ci siamo persi" 

    ASTORI - "L’episodio di Davide mi ha segnato tantissimo. Ma è inevitabile che sia così perché chiaramente abbiamo vissuto una situazione, un'esperienza che chiaramente non si augura a nessuno e che era totalmente imprevedibile, inaspettata. E quindi è una cosa che rimarrà dentro e sono ancora molto legato, e questo mi fa piacere, alla famiglia di Davide, ai fratelli,  ai genitori. Li sento e sono vicino a loro. E quando è venuto a mancare, soprattutto poi in quel modo, ci siamo sentiti veramente da soli. Ma per fortuna, anche per merito di Davide, si è creato un gruppo così saldo, così forte, che siamo riusciti insieme non dico a superarla, perché non la superi una situazione del genere, ma a portare avanti qualcosa che Davide aveva seminato" 

    THEO E LEAO - "Loro due hanno di speciale che sono due ragazzi con i quali siamo cresciuti insieme, due ragazzi ai quali ho voluto un bene dell'anima e due ragazzi che secondo me avevano bisogno di certi tipi di rapporti ma al contempo due ragazzi che sono solari, belli, difficili perché non così continui, a volte un po' indolenti. Io con loro ho avuto un bellissimo rapporto, poi a volte mi facevano arrabbiare, perché sono due giocatori che potevano condizionare il risultato della partita sia in positivo che in negativo. In un ambiente così dove c'è così tanta pressione, tanta aspettativa, hanno bisogno di essere aiutati, spronati, stimolati"

    NON LI HO COCCOLATI - "Perché poi aiutarli non vuol dire coccolarli sempre, a volte sì ma a volte vuol dire dargli bastone e carota in ufficio e altre volte davanti a tutti. Insomma è stato un bel lavoro e credo che abbiamo ottenuto successi importanti. Io mi sento il padre calcistico di tutti i giocatori che ho avuto, perché per me e per lo staff il primo obiettivo è sempre stato a fine anno quanti giocatori siamo riusciti a far crescere, secondo chiaramente i nostri principi calcistici ma anche morali".

    DE KETELAERE RIMPIANTO - "Giocatori per cui ho un rimpianto? Sicuramente più di uno, perché poi il tuo modo di fare e il tuo modo di essere non funzionano con tutti e non possono piacere a tutti, è inevitabile che sia così. Credo che onestamente nel corso della mia carriera sono stati più i giocatori dai quali sono riuscito a prendere tanto, piuttosto che altri. Però chiaramente ci sono stati anche giocatori come De Ketelaere, che adesso è sulla bocca di tutti, ma è chiaro che non credo che sia stata solamente colpa mia. Chiaro che probabilmente qualcosina non ha funzionato mentre adesso con Gasperini sta funzionando anche grazie all’ambiente. Uno può essere lui, ma sicuramente ce ne sono anche altri"

    BILANCIO MILAN - "Credo che il bilancio non possa che essere positivo. Mi fa venire ancora i brividi lo Scudetto e questo credo che non passerà mai, anche se dovessi vincere ancora, perché è stato talmente inaspettato da parte di tutti, talmente bello da vivere, con una squadra giovanissima, una magia particolare, che credo che a me rimarrà sempre nel cuore, nella testa e in tutto quello che farò. È chiaro che bisogna andare oltre, e sto andando oltre, non è che mi sono fermato lì, però rimarrà sempre". 

    MALDINI E MASSARA - "Tante volte sono stato accontentato e tante no (ride, n.d.r), però ho sempre avuto un ottimo rapporto con i dirigenti. Frederic e Paolo mi dicevano sempre “guardati il tizio, caio, sempronio” io poi cercavo di dare la mia valutazione, e poi dopo loro cercavano di chiudere il cerchio quando ci riuscivano e così è stato anche l'anno scorso, quindi credo che tante cose abbiano funzionato e poi qualche altra come naturalmente può succedere tra tante scelte che fai hanno funzionato meno"

    REIJNDERS - "Durante la scorsa stagione gli ho sempre detto che non la buttava mai dentro. Io già lo conoscevo, avevo visto un West Ham-AZ Alkmaar con mio figlio e con l'altro mio analista e ho detto “guardiamo questo giocatore qua perché mi è piaciuto”. Per me è un giocatore di un'intelligenza, di una qualità, di una classe incredibile, però l'anno scorso ha avuto tante e tante occasioni per segnare, anche in allenamento, perché lui ha un gran tiro preciso e non riusciva a segnare, ma fa parte di annate così. Il primo anno in Italia è sempre molto difficile per i giocatori perché siamo complicati noi, siamo diversi. Più strateghi, più tattici, il calcio è più difficile da sviluppare, ma sulle qualità di Tiji non ho mai avuto un dubbio".

    PULISIC - "È un altro di quei giocatori con una mentalità e una qualità incredibile. Uno di quelli con il quale ho fatto il primo colloquio in videochiamata, ero già convinto prima perché lo conoscevo come giocatore, l'avevo studiato per le caratteristiche che ci servivano. L'avevo visto così focalizzato, umile, così voglioso di affrontare la nuova esperienza. Christian poi è un top come ragazzo, come giocatore, può giocare in tante posizioni. Ha la mentalità di dare sempre il meglio, sempre positivo, è stato un giocatore piacevole da allenare".

    CONCEICAO - "Credo che Conceicao abbia la chiarezza dentro di sé di quello che vuole essere, di quello che è e quindi cercherà di portare il suo modo di giocare, il suo modo di allenare, il suo modo di porsi alla squadra e poi dopo è tutto imprevedibile, secondo me è un ottimo allenatore, quindi gli auguro di fare il meglio, ma che si creino oppure no certe cose è difficile prevedere".

    ANCORA LEAO - "Rafa è un ragazzo stupendo. Ha di brutto (per modo di dire), il suo body language che inganna, ma Rafa è un ragazzo molto intelligente. molto sensibile, molto buono d'animo e che va un po’ spronato, stimolato, aiutato. Quello che vedo è che a volte le critiche e gli elogi nel calcio sono sempre eccessivi. Io personalmente continuo a vedere una crescita continua di Rafa. Poi non so se riuscirà a diventare un top e a poter vincere un giorno un pallone d'oro. Io l'ho sempre sostenuto, l'ho sempre detto, continuo a pensare che lui possa diventare un giocatore da pallone d'oro, che la sua crescita sia continua ma dentro la crescita si possono avere a volte dei bassi, ma sarà sempre comunque un giocatore così perché certe caratteristiche rimangono, sempre crescendo e migliorando". 

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    Utente vxl 90751
    Utente vxl 90751

    Il giorno che rimpiangerò questo smetterò di guardare il calcio

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