Pimenta: 'Che sciacalli dopo la morte di Raiola, mi davano della prostituta. Haaland varrà 1 miliardo, Pogba crede nella Juve'
ASSALTO AI TALENTI DI MINO DOPO LA MORTE - "Rientro in ufficio a Montecarlo il giorno dopo il funerale e mi trovo cinque procuratori, dico cinque, seduti davanti alla mia scrivania. Siamo qui per farti un piacere, mi dicono. Vogliono non solo le procure dei giocatori, ma addirittura l’intera società, la One. Guardano la mappa del mondo appesa al muro dietro la mia sedia, con le foto dei nostri ragazzi, come fosse la mappa del tesoro. Un minuto e finiscono tutti e cinque fuori dalla porta. In realtà è proprio lì che ho capito che dovevo andare avanti".
RIVOLUZIONARIO - "Mino ha fatto scuola, è stato un rivoluzionario, ha cambiato il modo di fare l’agente, mettendo il calciatore al centro. L’ultima cosa che mi ha detto è stata: sii felice. Mi ha insegnato a dare il massimo sul lavoro, ma a non prendermi mai troppo sul serio. Sto cercando di continuare il suo lavoro, col suo spirito. Abbiamo lavorato insieme 27 anni. Eravamo diversi, una coppia di matti, ma allineati".
IL RAPPORTO CON ENZO - "Vincenzo ha lavorato con noi da dipendente. Noi abbiamo l’abitudine di dare a tutti un’opportunità, per crescere. Così anche con Vincenzo. Ha potuto imparare, fare esperienza. Adesso ha deciso di prendere la sua strada e io lo trovo assolutamente giusto, normale".
CALCIO MASCHILISTA - "Mi hanno insultata molte volte. In molti pensano che le donne siano inferiori: alcuni la usano come strategia, altri lo pensano davvero. Una volta in Italia un dirigente mi ha detto: “Ma davvero sei un avvocato? Pensavo fossi una prostituta brasiliana”. Gli ho risposto: “Se anche lo fossi, tu dovresti comunque pagare il premio al mio assistito”. Questo succedeva qualche anno fa. Per fortuna oggi le cose stanno migliorando".
HAALAND UN MILIARDO - "Vi dico non quanto costa, ma quanto vale: sarà il primo calciatore a valere un miliardo. Pensate all’indotto che genera, a soli 22 anni: trofei, sponsor, marketing, social, contenuti. Quanto può portare a un club? Non solo nel mondo cosiddetto reale, ma anche nel digitale. Sarà il primo campione del metaverso. Il futuro è lì. Lui ha tutto: forza, umiltà. Ma la sua vera forza è la normalità. Il suo segreto è la famiglia: il padre, ex calciatore, lo ha aiutato moltissimo. Batterà tutti i record. La clausola per dire addio al city? Le brave signore sanno stare zitte...".
POGBA E LA JUVE - "Paul è come un nipote, anzi un figlio. Litighiamo, poi facciamo pace. Ragazzo d’oro. È molto dispiaciuto per questa stagione alla Juve: era arrivato felice come un bambino, per lui tornare era un sogno. Purtroppo le cose non sono andate come voleva, ora però è ottimista perché finalmente la forma fisica sta migliorando. Deve voltare pagina, ha tanto da dare alla Juventus".
SERIE A - "Quando iniziai, parlavo coi giocatori brasiliani: tutti volevano l’Italia. Se proponevi l’Inghilterra ti dicevano: ma che t’ho fatto di male? Ora però la serie A sta tornando: le due squadre in semifinale di Champions, l’impresa del Napoli che vince giocando bene. Il peggio è alle spalle. Certo, c’è ancora da fare".
CALCIO FEMMINILE - "È un movimento in enorme crescita. Oggi i ragazzini di dieci anni guardano le partite del calcio femminile: questo è il segnale più concreto di un cambiamento già in atto. Gli stadi sono pieni, c’è entusiasmo, ma c’è ancora molto da fare. Il mio sogno è arrivare a una parità vera: salariale, gestionale, di riconoscimento. Saranno le donne a riuscirci. Da sole, come sempre".