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    Pescaramania: Sebastiani o non Sebastiani? Questo è il problema

    Pescaramania: Sebastiani o non Sebastiani? Questo è il problema

    • Valerio De Carolis

    Nonostante gli ottimi risultati raggiunti in pochi anni, nonostante un radicale cambiamento, in positivo, rispetto al passato, a molti in città la figura del Presidente Sebastiani non è gradita. Tante le critiche che ha dovuto sopportare e che sopporta tuttora ma, al vertice societario, a mio avviso, non si può dire assolutamente nulla. La società biancazzurra sarà l’unica squadra che si affaccerà sull’Adriatico, nella prossima serie A. Il Delfino sarà anche la sola compagine abruzzese a militare nel massimo campionato nazionale. Il club di Daniele Sebastiani, insieme al Teramo Calcio, che però ha avuto problemi con la giustizia sportiva, sono le uniche due squadre, nei tornei dei professionisti, della regione Abruzzo. Due promozioni in serie A, in tre anni. Giocatori importanti del calibro di: Verratti, Immobile, Insigne, Lapadula, Memushaj, Campagnaro e Melchiorri. Allenatori come: Di Francesco, Zeman, Cosmi e Oddo. Prezzi popolari allo stadio.



    Unico neo? La stagione 2012-2013 con il disastro, annunciato, della serie A. Per il resto società solida, mai implicata nei loschi giri delle partite truccate, mai un punto di penalizzazione. Stipendi sempre pagati, struttura societaria e tecnica ben definita. Con l’arrivo di Oddo sulla panchina biancazzurra è stato dato il via ad un progetto di crescita e di valorizzazione per i giovani nel calcio. Mia Martini cantava:” Sai? la gente è strana” è proprio vero. Tanti vorrebbero che il presidente pescarese andasse via lasciando a chissà chi un’eredità pesante da portare avanti. I motivi? Qualche operazione non andata giù ai tifosi come quella, ad esempio, di Vukusic, qualche dichiarazione poco gradita verso chi contestava l’operato del numero uno biancazzurro. Molti dimenticano però, tranne il sottoscritto, i periodi bui che portarono al fallimento della Pescara Calcio.


    Facendo finta di salire in una macchina del tempo, impostiamo il nostro viaggio al 2004 quando si concluse definitivamente l’era Scibilia-Oliveri. I dirigenti calabresi lasciarono, dopo quasi vent’anni di presidenza, il mandato affidando a Paterna la gestione della compagine abruzzese. Tra cessioni di lusso, debiti e stipendi non pagati, il nuovo presidente fu costretto a cedere la società ad una cordata capitanata prima da Angelo Renzetti, poi da Massimiliano Pincione che tra sceicchi, notai e soci mai pervenuti decise di lasciare il Pescara ai fratelli Soglia, per la precisione a Gerardo e Francesco. Un anno solo per loro ai vertici del sodalizio pescarese e la Pescara Calcio sprofondò nel baratro del fallimento.


    Con l’arrivo di De Cecco, Caldora e Sebastiani, i colori biancazzurri tornano a prendere vita. La cordata capitanata dal re della pasta lasciò il posto al solo Daniele Sebastiani dopo la Promozione in serie B con Di Francesco allenatore e con l’arrivo in panchina di Zeman. Dalla prima serie A conquistata ad oggi, il Pescara trova solo risultati positivi. È di qualche giorno fa la notizia della Virtus Lanciano, altra società professionistica abruzzese, che ripartirà dai campionati dilettantistici, dopo 4 anni di cadetteria. Il Pescara attuale, questi problemi non li ha mai avuti, si è sempre potuto contare su fondamenta ben costruite e con una gestione economica peculiare e di altissimo profilo. Potrà stare simpatico o antipatico ma, Daniele Sebastiani, è l’unico presidente che ha raggiunto due promozioni in serie A in pochissimo tempo. Nel calcio contano solo i risultati e in questa partita sono favorevoli al presidente pescarese.


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