Pescaramania: bene così, per ora
Dopo la promozione in serie A, raggiunta con il mini torneo dei play off, il Pescara inizia a pensare al futuro. Sebastiani è cosciente che, commettere gli stessi errori della precedente apparizione nel massimo campionato, sarebbe un autentico fallimento. Per chi non dovesse ricordare i disastrosi numeri del Pescara, nel campionato di serie A 2012-2013, basta dire solo che ha chiuso la stagione all’ultimo posto in classifica con 22 punti, con peggior difesa e attacco. Oddo, alla fine de torneo cadetto, è stato chiaro, anzi chiarissimo. Dopo la cavalcata trionfale non bisogna, per nessuna ragione al mondo, smantellare la squadra ma, innestarla con pedine di qualità e di valore. Non è solo il pensiero di Oddo, ma è la stessa identica idea di tutta la piazza e anche quella degli addetti ai lavori. Nell’anno della serie A post Zeman, il Pescara si è presentato al cospetto delle grandi squadre italiane con l’organico completamente stravolto, con un allenatore, Giovanni Stroppa, inesperto per la categoria e con giocatori che il massimo campionato di calcio italiano l’avevano visto col binocolo: vedasi Caraglio, Bianchi Arces, Vukusic ecc. Certo, Zeman aveva conquistato la promozione con giocatori di indubbio valore, come Verratti, Insigne e Immobile che dovevano, per forza di cose, essere ceduti, mentre Oddo non ha avuto, di sicuro, a disposizione un organico di pari livello tecnico.
La soluzione più giusta? Per quanto mi riguarda, vendere ma mantenendo, almeno per un anno, i giocatori più rappresentativi. Eccezion fatta per Lapadula, pezzo pregiato del mercato, che il Pescara ha ceduto al Milan per 10 milioni rinsanguando le casse societarie. Gli altri? Bisognerà lottare fino all’ultimo per garantire, non solo a Massimo Oddo ma a tutta la città, che lo zoccolo duro della rosa neo promossa in A possa restare in biancazzurro. A cominciare dalle pedine importanti come, Verre, Benali, Zampano, Caprari, Fiorillo, Campagnaro e Memushaj che resteranno, a meno di clamorose offerte, alla corte del Delfino per un’altra stagione. L’arrivo di Cristante, Brugman, Biraghi e Bizzarri credo, poi, testimoni il fatto che si sia trovata la retta via. Questo servirà a garantire che il progetto portato avanti da Oddo e dalla società possa continuare ma il mercato è ancora lungo e pieno di insidie.
La serie A non ha nulla a che vedere con la B, conforta solo il pensiero che, quando in un club c’è un’idea di gioco chiara e precisa, con gli stessi interpreti si potrà centrare più facilmente l’obiettivo della permanenza in serie A. Sebastiani dovrà fare attenzione alle decisioni che prenderà. Dagli errori si cresce ma, bisogna essere intelligenti, per capire gli sbagli commessi. Questa serie A è la prova del nove per la compagine abruzzese. L’unica cosa che può tranquillizzare l’ambiente è l’esperienza del tecnico, Massimo Oddo, per il suo trascorso da calciatore e per la sua mentalità. Se le scelte fatte in fase di mercato fossero sbagliate, il tecnico biancazzuro, conoscendolo, lo farebbe presente immediatamente, senza paura. Brutte figure Sebastiani e la città non possono più farle. Sbagliare è umano, perseverare sarebbe diabolico.