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Pescaramania: più in basso di così, c'è solo da scavare
C’è una canzone di Daniele Silvestri, intitolata “Salirò” che ha un verso nella strofa che descrive minuziosamente il momento del Delfino. Silvestri scrive:” e invece, più giù di così non si poteva andare. Più in basso di così c’è solo da scavare”. Sì, il Pescara si sta scavando la fossa da solo. A Crotone, nel secondo scontro diretto in chiave salvezza, perde meritatamente. Sterile e imbarazzante. Nel calcio, come nella vita, contano i fatti. Delfino che ha il totale controllo del gioco e Crotone che si difende con ordine e riparte punendo i dannunziani.
Questa volta non ci sono giustificazioni. Gli episodi sono tutti a sfavore del Pescara ma se, in novanta minuti, non crei neanche un’occasione, non puoi recriminare nulla. Il secondo gol del Crotone è palesemente viziato da un netto fallo ma Zampano precedentemente, aveva atterrato inutilmente un giocatore calabrese. Il Pescara ha perso tutto. Non ha più un’identità, non ha più idee, non ha più cattiveria, non ha più serenità. In campo non ci sono, almeno per quello visto fino ad ora, giocatori che possano scuotere la squadra nei momenti di difficoltà.
Se c’era stata una reazione e una buona prestazione contro Roma e Cagliari, allo Scida c’è stato il buio totale. La pessima performance è collettiva, ovviamente. Sono venute a mancare le qualità di giocatori come Memushaj, che sbaglia il suo secondo rigore, di Verre, di Campagnaro, nonostante il gol del momentaneo pareggio ma che ha regalato il rigore a Palladino, di Crescenzi, Zampano, Caprari, Benali. L’unico 5 in pagella lo strappa Pepe che in soli 15 minuti ha realizzato l’unico tiro in porta degli abruzzesi, per poi farsi male e uscire. Aquilani, ancora una volta, dimostra di non essere decisivo. Rimedia due cartellini gialli e lascia la squadra in dieci.
Oddo, anche questa volta, non può essere il responsabile. La qualità della squadra è scarsa. È già stato detto di aver sbagliato la valutazione su questa rosa. La realtà è che non si è all’altezza del campionato. Ora bisognerà solamente tornare umili. Capire che si è scarsi e affrontare le partite come se si stesse giocando sempre contro la Juventus o altre big. Sebastiani e Leone intanto tacciono sugli errori commessi durante il mercato estivo. Aspettiamo, volentieri, il loro mea culpa. Per il resto, non è ancora finito il sogno. Il Pescara può ancora sperare nella salvezza e, tornando alla canzone di Daniele Silvestri, possiamo solo immaginare che Oddo stia cantando questa frase:” preferirei ricominciare piano piano dalla base e lentamente risalire”.