Pescaramania: quelle bestie dei tifosi
Questa volta non voglio soffermarmi sulla prestazione del Delfino contro la Lazio. Sconfitta meritata, frutto di un secondo tempo di completa assenza dei giocatori di Massimo Oddo. Mai brillanti come nelle precedenti gare e visibilmente stanchi e tesi. Oggi, però, voglio raccontarvi di un episodio molto grave, a mio avviso, ai danni dei tifosi pescaresi.
Partiamo dal principio. Circa 1500 tifosi biancazzurri sono partiti dal capoluogo adriatico per recarsi nella capitale, per sostenere i propri beniamini in un match importantissimo e sentito, contro la Lazio di Simone Inzaghi. La storia ci racconta che non ci sono mai stati buoni rapporti tra le tifoserie, tanto da classificare la rivalità tra pescaresi e laziali, come una di quelle più accese dello stivale. Dopo tanti anni tornano ad affrontarsi queste due squadre ed è l’occasione per i tifosi di incontrarsi di nuovo. La partita, va detto, presentava rischi. Quella tra Lazio e Pescara è una rivalità storica, come dicevamo, che negli anni non ha avuto molte occasioni per essere "rinnovata" ma che comunque c'è. Proprio per questo motivo, giustamente, la Questura ha provveduto ad attivarsi per prevenire ogni eventuale problema, attraverso la realizzazione di un percorso specifico per i 1500 di Pescara.
Ma è proprio da qui che accade qualcosa di strano e inumano. Perché posso comprendere la necessità di essere scrupolosi, ma rispettando le persone, in particolare le tante donne e le persone con qualche anno sulle spalle. Cosa che non è avvenuta. Addirittura, secondo le tante testimonianze riportate sui media locali abruzzesi, nel corso del viaggio di ritorno, persino gli autogrill sono stati interdetti, costringendo i tifosi a fermarsi nelle piazzole di sosta. Ancora una volta, donne, bambini e anziani vittime, impossibilitati a usare i servizi igienici. Bestiale. I tifosi biancazzurri, dopo essere stati per circa due ore sul grande raccordo di Roma, alla velocità di 40 km/h, hanno avuto la possibilità di accedere all’Olimpico solo al 25’ minuto della prima frazione di gioco.
Adesso vi pongo una domanda: se andaste al cinema e, dopo aver pagato il biglietto, vi facessero entrare dopo 25 minuti, cosa fareste? È lo stesso identico discorso perché parliamo di uno spettacolo e di un biglietto da pagare. Tutto questo trattamento da “bestie” è stato riservato a chi ha avuto la “pessima” idea di arrivare a Roma con autobus organizzati. E quelli che sono andati con le singole macchine? È stato riservato un comportamento opposto. Dal parcheggio di piazzale Clodio, i tifosi giunti autonomamente a Roma hanno dovuto percorrere due chilometri a piedi, senza alcun tipo di protezione e con tanta disorganizzazione da parte degli steward che si rimpallavano la propria ignoranza sulla presenza o meno dei bus navetta. Il percorso fino al settore ospiti non era indicato, tanto che i tifosi sono stati costretti a passare sotto la curva della Lazio, con l'invito da parte delle forze dell'ordine a nascondere le sciarpe per non essere riconosciuti. E basterebbe quest'ultima frase per concludere qui il racconto, visto l'evidente paradosso. La stessa cosa è accaduta a fine partita, con la differenza, ancor più grave, che i tifosi pescaresi erano in gruppo e, quindi, facilmente riconoscibili.
Proprio dalle "bestie" è arrivata la massima espressione di civiltà: nonostante ci fossero tutte le possibilità di arrivare allo scontro, né pescaresi né laziali hanno provato ad "approfittare" della situazione. Specifichiamo che questa non vuole essere un attacco alle forze dell’ordine, ci mancherebbe, svolgono un lavoro difficile e pieno di rischi, ma prima di tutto ci deve essere il rispetto per la persona, cosa che è mancata assolutamente nella trasferta capitolina. Hanno vinto i tifosi questa volta.