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Perugia-Benevento e la sospetta combine: la Procura aspetta a decidere. Ma a pagare è sempre il Lecco
Il mio breve racconto funge da introduzione ad una serie di domande.
La prima. A che punto è l’inchiesta?
La seconda. E’ vero che sono stati sentiti alcuni calciatori del Perugia tranne proprio Kouan che, al momento dell’apertura dell’indagine, era già in vacanza?
La terza: quanti calciatori del Benevento sono stati ascoltati?
La quarta: il calciatore che, con un suo errore, provoca il gol ha fornito la sua versione? La quinta (e più importante): martedì prossimo, 25 luglio, scadono i sessanta giorni di indagine, si va verso l’archiviazione, il supplemento o il rinvio a giudizio?
Sembrano domande opportune, oltre che lecite, nel momento in cui la serie B è diventata un enorme guazzabuglio nel quale tutti accampano diritti e chiedono a gran voce la riammissione al prossimo campionato. Tanto per chiarire, in questo momento, non solo il Perugia esige il posto del Lecco per il vizio di forma legato allo stadio, ma anche Spal e Benevento sperano nell’errore o nell’omissione di qualche club che le precede, per rientrare in graduatoria. Quando mancano le regole e chi le applica, tutto è possibile. La prima cosa che, però, dovrebbe essere verificata è stabilire se una partita chiacchieratissima è stata alterata oppure no. E farlo con tutti gli strumenti a disposizione. La procura federale dovrebbe essere un organo autonomo della Giustizia sportiva, ma è assai probabile che, per non aumentare il caos, si opti per una comoda archiviazione. Unico danneggiato: sempre e solo il Lecco, la squadra che sul campo ha vinto,
mentre tutte le altre hanno perso e meritano di stargli dietro.