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    Perotti serve ancora alla Roma?

    Perotti serve ancora alla Roma?

    • Andrea Menon
    Da circa due mesi Spalletti ha disegnato una nuova Roma: schierata con il 3-4-2-1. Un nuovo modulo per un perfetto equilibrio tra fase difensiva e fase offensiva, con Nainggolan sulla linea dei trequartisti e un centrocampista in più. Ma per fare questo ha dovuto aggiungere un difensore e togliere un giocatore offensivo, e il sacrificato tra l'infortunio al polpaccio, ricadute e lenti recuperi è Diego Perotti. L'argentino infatti dalla gara della svolta, datata 4 dicembre con la Lazio, è sceso in campo da titolare solo 5 volte su 15 partite: esattamente un terzo delle volte. Così, da questi numeri appare ancora più chiaro: per Diego non c'è spazio, quantomeno non dall'inizio, e perciò sembra si debba accontentare di un ruolo da subentrante, pari a quello del sesto uomo nel basket. Ma Perotti serve ancora a questa Roma? 

    PERCHÈ SERVE - Il primo aiuto a questi tesi arriva da Luciano Spalletti che, nella conferenza odierna, ha detto chiaramente di non considerarlo una riserva e che per farlo ci vorrebbe una grande fantasia. Per lui sono elementi di un gruppo che, in sostanza, non dovrebbe conoscere questo vocabolo. Il rendimento dello scorso anno, nella seconda parte di stagione, quella romana naturalmente, è il secondo punto a favore di Diego Perotti: 3 gol e 7 assist con cui la Roma ha conquistato i preliminari di Champions League. In quel caso, era stato lui a costringere Spalletti al cambio modulo, quello con il falso nove.

    PERCHÈ PUÒ FARNE A MENO - "Ancora due anni alla Roma e poi torno al Boca". Chiaro e preciso, Perotti ha posto una deadline alla sua carriera europea: una frase da non sottovalutare, che potrebbe anche condizionarne gli stimoli a fare meglio. Ma se il primo punto è griffato dall'argentino, gli altri due non dipendono da lui, ma sono frutto di una Roma migliorata. Questi punti hanno nomi ben identificabili: equilibrio ed Edin DzekoSpalletti con il 3-4-2-1 ha trovato il sistema perfetto per i giallorossi, che nelle ultime 15 partite tra tutte le competizioni ha subito appena 7 gol, di cui 5 in campionato, a fronte dei 22 totali da quando è iniziata la Serie A. L'altro punto è grande, quasi insormontabile in questo momento: è una montagna bosniaca da 29 gol in stagione. L'anno scorso Perotti era (come quest'anno) l'8 della Roma, ma solo formalmente, perchè di professione faceva il 9, falso, ma pur sempre nove. Allora Dzeko non dava nessuna garanzia, ma ora Edin è uno dei centravanti più importanti d'Europa e a Perotti tocca guardarlo dalla panchina

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