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  • Pernambuco: Milan, corna facendo!

    Pernambuco: Milan, corna facendo!

    E siamo a quattro. Non si tratta di Coppe dei Campioni o di scudetti. Ma di quattro cornificazioni. Il Cavaliere (o ex? Non sappiamo se del titolo possa nuovamente fregiarsi dopo la condanna subìta) proprio non resiste al suo gesto preferito: dopo le corna esibite nella riunione dei ministri UE nel 2002, quelle del 2003 a Bruxelles, le corna sarde di Olbia nel comizio a sostegno del sindaco uscente, ora l’icona taurina viene esibita dietro la testa di un bambino in quel di Rapallo. Inutile dire che questo gesto riempie l’ex Presidente del consiglio, attuale Presidente del Milan, d’una gioia immensa. Sta lì, con la faccia di una ragazzo che la sa lunga e che regredisce immediatamente al tempo delle elementari. Un ragazzo in doppio petto, col cerone e il trapianto pittato di nero lucida scarpe. Discolissimo, la fa in barba a tutti. D’altra parte, nel bene e nel male, l’uomo a cui tutti ora guardano più per le sorti della gloriosa squadra meneghina che per quelle del Paese, è fatto così: prendere o lasciare e, soprattutto non invocare, nel giudizio, il minimo straccio di coerenza. 

    Nelle telenovela milanista in cui il Presidente sbaglia i nomi dei possibili compratori e arringa lo spogliatoio dopo ogni vittoria, l’ultima è da applausi. Lui, il Berlusca, dichiara che non vuole vendere a chi si avvicina al Milan solo per farsi pubblicità. Abbiamo capito bene? Pubblicità? Ma se il Presidentissimo non ha fatto altro tutta la vita? Il fatto è che sul Milan, in casa Berlusconi, pendono gravi minacce. Primo: non è più un veicolo ludico, il giocattolo ormai ha perso appeal per un bimbone che lo ha utilizzato in tutti i modi. Secondo: in questo momento si è appannato anche quel forte potenziale di consenso politico che le strisce rossonere hanno assicurato. Terzo: i figli di Berlusconi, del Milan non sanno che farsene. Quarto: la fedeltà di Galliani, dopo gli sgarbi subiti, è solo pazienza e attesa. Attesa della milionaria liquidazione. 

    Sì, il nostro Silvio nazionale benché confuso, è sempre il primo nel marketing “de’ noi antri”. Prima confonde Mr. Bee con Mr. Lee (“Ma non è il figlio di Bruce Lee, che menava colpi di karate a destra e a manca?”) e la Cina con la Thailandia: d’altra parte così come certi americani tipo Obama sono tutti abbronzati anche certi orientali hanno tutti l’itterizia e perciò sono gialli. Poi rilancia l’idea d’un Milan completamente italiano. E con chi? Forse con i giocatori del Parma in svendita? 

    Comunque il Milan ogni giorno che passa aumenta di valore. Non è forse vero che  presenti la rosa di giocatori migliore d’Italia? Almeno pari a quella della Roma, che in casa della Juve perse per mera sfortuna arbitrale? Ora, cari amici cinothainippovietnamiticoreani, si dà il caso che il Milan abbia sonoramente battuto la Roma e che quindi la sopravanzi di un bel po’ e che dunque sia la prima squadra d’Italia! Altro che passato glorioso! Presente sfolgorante! Con questo aristotelico sillogismo il Cavaliere (ex) contrasta genialmente ogni gioco al ribasso. 

    Intanto i tifosi del Milan fanno le corna, sperando che lui le faccia quanto prima nella foto ufficiale di cessione dell’amata squadra pluridecorata (al momento con la rosa migliore d’Italia) a Mr.Bee, Mr. Lee, Mr. Fondo Doyen, Mr. Boh: sembra questa l’unica e innovativa strategia vincente, in grado di migliorare le già magnifiche sorti del “club più titolato del mondo”

    Fernando Pernambuco

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