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Pernambuco: 'Collina, e questo sarebbe l'arbitro del futuro?'
Prendete l’affermato Kuipers, considerato uno dei migliori arbitri europei anche se in Brasile fu rimandato in patria dopo la prima parte del mondiale. Arbitro di Chelsea-Psg, ha sbattuto fuori Ibrahimovic dopo un fallo da giallo e poi ha pensato bene (pensato? Forse in certi casi non si arriva a pensare) per rimediare, di non fischiare un rigore per l’atterramento in area di Cavani ai danni di Diego Costa. Da lì in poi lo stesso Costa ha dato di matto, ricevendo solo un giallo. Ma tutta la gestione dei cartellini è risultata confusa e casuale. Un modo esemplare per destabilizzare una partita di calcio, anche se l’arbitro olandese non è stato aiutato dai giocatori. Quelli del Chelsea lo hanno circondato in nove dopo il fallo di Ibrahimovic, pronti a sbranarlo secondo un rito cannibalico che va sempre più diffondendosi sui campi di calcio. Forse Kuipers avrebbe dovuto mostrare un giallo al primo antropofago che lo ha affrontato. Non dovrebbe essere, infatti, solo il capitano a “conferire” col direttore di gara? Fatto sta che è venuta fuori una gara balorda, sempre sull’orlo di una crisi di nervi.
Al Franchi di Firenze c’è voluto tutto l’aplomb anglo partenopeo di Montella per dichiarare: “E’meglio tenerci stretti i nostri arbitri”, civilissimo disappunto dopo una partita dal governo assai discutibile. Fiorentina-Roma era affidata alle cure dell’astro nascente Antonio Mateu Lahoz, reduce da un buon Juventus-Borussia Dortmund. Lo spagnolo non ha ripetuto l’impresa. Lasciamo stare la “forzata”, come si dice, ammonizione di Pizarro, sorvoliamo su un contatto “di mestiere” fra Pjanic e Borja Valero in area romanista, ma il rigore fischiato a Neto è sballato e per coerenza sembra incongruo anche il semplice giallo al portiere della Fiorentina, che avrebbe commesso fallo da ultimo uomo. D’accordo, forse è difficile valutare un’azione in tempo reale, comunque l’aiuto dell’ assistente di porta (ormai paiono sempre più figuranti in crisi d’identità) è stato nullo. I guardalinee si sono distinti per una mancata segnalazione di fuorigioco di Florenzi che ha innescato un’azione da goal, poi mancato, di Ljajic. Dubbio il goal della Roma di Keita, ma, si sa certe spinte saltando si vedono male (l’assistente di porta che faceva? Guardava le stelle sopra Firenze?) I cartellini gialli sembravano estratti o non estratti a caso: vedi un Torosidis in evidente e perenne trance agonistica. Solo 3 i minuti di recupero, a tutto vantaggio della Fiorentina che pareva più bollita della Roma. Non parliamo, però, né di congiure, né di bacini di utenza, né di “geopolitica”.
Il punto non consiste nemmeno nel fatidico stravolgimento del risultato per “eterna colpa” arbitrale: sia il Chelsea, sia la Fiorentina ci hanno messo del loro. Il punto, anzi i punti, per la precisione 3, sono altri. Il primo lo ha sintetizzato Montella. Il secondo è che se queste partite fossero state Inter-Milan o Juventus-Fiorentina o Roma-Lazio ecc. i giornali avrebbero intitolato, come minimo : “Ucciso il campionato!”, “Ingiustizia è fatta” oppure “Impiccatelo più in alto (l’arbitro)”, invece sono stati sobri ai limiti della mitezza contemplativa. Il terzo punto, forse più importante, però è un altro. Antonio Mateu Lahoz gode della più alta considerazione del designatore Collina, che ha voluto inserirlo quanto prima nella categoria Elite dei migliori arbitri d’Europa. Sì, non è un mistero che Collina faccia grande affidamento su quest’ insegnante di educazione fisica, nativo della regione di Valencia. Qualcuno, subito dopo la partita del Franchi, gli ha suggerito di premiarlo con l’“Ovrebino d’oro” in ricordo del mai poco compianto arbitro norvegese (Italia-Romania 2008, Chelsea-Barcellona 2009, Bayern-Fiorentina 2010). Magari è un po’ presto, ma la candidatura è di tutto rispetto e Antonio Mateu forse ce la fa.
Fernando Pernambuco