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    Perché Mancini deve lasciare la panchina dell’Italia

    Perché Mancini deve lasciare la panchina dell’Italia

    • Federico Targetti
    Roberto Mancini, probabilmente, sta prendendo in considerazione l’idea di dimettersi con più serietà di chi glielo intima dopo la figuraccia di ieri sera. Il tecnico, passato in appena otto mesi dalle stelle alle stalle alla guida della Nazionale italiana, ha parlato di “delusione maggiore in carriera” e di “difficoltà nell’andare avanti”. Ecco, soltanto questo scoramento, se non superato nei prossimi giorni, basterebbe a fornire una motivazione valida per un avvicendamento in panchina. Agli azzurri che rimarranno nel giro, mortificati da una clamorosa incapacità di andare in gol, servono stimoli prima di tutto. Ma ci sono diverse pecche nella gestione della sbornia post-Europeo che meritano di essere analizzate.
     
    TROPPA RICONOSCENZA – Barella, Insigne, Jorginho. Tre giocatori sui quali Mancini ha puntato a prescindere dalla loro condizione fisica e mentale, tre giocatori che, in misure differenti, hanno tradito una fiducia sproporzionata. Sono stati tra i migliori in estate, ma l’interista vive una fase di profondo calo, il napoletano ha le valigie pronte per il Canada e l’italo-brasiliano era (e lo è adesso a maggior ragione) compromesso dagli errori con la Svizzera che, per sua stessa ammissione, “lo seguiranno per tutta la vita”. Sarebbe stato probabilmente più saggio dare continuità al progetto intrapreso alla fine del 2017, dopo la prima catastrofe contro la Svezia, e dare fiducia a giovani come Tonali, Pellegrini, Zaccagni e Zaniolo. L’ingresso di Chiellini negli ultimi minuti ha ricordato quello che voleva fare Ventura con De Rossi quattro anni e mezzo fa: allora la bandiera della Roma rifiutò di entrare, stavolta nessun rifiuto ma non diverso risultato finale. Andando al nocciolo della questione, Mancini ha fatto il Ventura, e non il Mancini.
     
    GUARDIA BASSA – Si è sempre respirato fin troppo ottimismo, fin dal pareggio 1-1 contro la Bulgaria a settembre. Della serie: “Ma sì, tanto ai Mondiali ci andiamo in qualche modo, nessun problema”. E intanto la Svizzera faceva punti, e intanto Jorginho falliva quei maledetti rigori. E intanto, soprattutto, Spinazzola non recuperava, e Chiesa terminava anzitempo la propria stagione. “Una serie di sfortunati eventi”, che doveva essere letta come un presagio negativo e non archiviata con un “Passeremo i playoff e vinceremo il Mondiale”. Mancini non sapeva neanche spiegare perché l’Italia si trovasse a dover giocare gli spareggi: evidentemente è stato cieco di fronte alla sequela di segnali tremendi che si sono susseguiti da sei mesi a questa parte. Per questo, in assenza di un ritorno di fiamma nelle motivazioni e nella convinzione di poter ripetere un’impresa già riuscita, Mancini fa bene a nutrire dei forti dubbi sull’opportunità di proseguire.

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