LITTLE ITALY, Pellé a CM: 'In Olanda mi danno fiducia. Martins Indi e Clasie sono da Milan'
Protagonista di un avvio di campionato da urlo (6 gol in 8 giornate) nel campionato olandese con la maglia del Feyenoord, l'italiano Graziano Pellè (classe 1985) è certamente uno degli attaccanti del momento nel panorama europeo. Calciomercato.com ha raggiunto in esclusiva l’attaccante di proprietà del Parma per fare un bilancio sulla sua esperienza in Eredivisie (ha giocato anche per l'AZ Alkmaar dal 2007 al 2011) ma non è mancato un riferimento al nostro calcio.
6 gol in 8 gare di campionato col Feyenoord. Il tuo ritorno nel campionato olandese è stato trionfale. Come ti spieghi il feeling con questo campionato?
“Al Feyenoord sto trovando quella fiducia e quella continuità di impiego di cui ho bisogno per poter rendere al meglio. Le cose stanno andando alla grande, ma non sono il tipo che si accontenta e ho voglia di continuare a dare il massimo per questa squadra”.
Gol a parte, come giudichi la scelta che hai fatto questa estate? Speri di rimanere anche in Olanda anche al termine del prestito?
“Sono molto contento di essere qui e darò il 100% fino a giugno, poi farò ritorno a Parma e vedremo come andranno le cose. A proposito del futuro, non chiudo la porta a nessuna ipotesi. Se avrò una nuova chance a Parma, vedrò di sfruttarla, ma non mi dispiacerebbe un’altra esperienza all’estero, magari in Premier League o in Bundesliga”.
Nel tuo club ci sono diversi talenti che sono già sul taccuino di molti club europei: Bruno Martins Indi (difensore classe 1992) e Jordy Clasie (centrocampista del 1991) sono già pronti per il nostro campionato? In particolare, Martins Indi è stato osservato dal Milan: lo consiglieresti ai rossoneri?
“Entrambi sono giovani, ma hanno acquisito già una grande esperienza internazionale. Parliamo di due nazionali. Martins Indi è un giocatore di soli 20 anni, ma già molto forte fisicamente, che dà il meglio da centrale. Mentre Clasie è un centrocampista brevilineo, ma bravo a proteggere la palla e molto dotato tecnicamente. Sono assolutamente pronti per l’Italia, il Milan farebbe due colpi”.
A proposito di Italia… Dall’estero, stai seguendo l’andamento del nostro campionato? Sarà un dominio della Juventus o Napoli e Inter possono lottare per lo scudetto?
“La Juventus è la formazione più attrezzata per vincere il campionato. Ha un grande tecnico, una rosa di qualità col giusto mix tra giovani e giocatori di maggiore esperienza e può contare, nelle gare interne, sul sostegno di un intero stadio che è il vero elemento di novità. Ma Inter e Napoli, una con la qualità dell'organico, l'altra con la sua freschezza, possono tenerle testa".
Come ti spieghi, invece, le difficoltà che sta patendo una grande come il Milan? Forse le cessioni di Ibrahimovic e Thiago Silva e gli addii dei senatori non sono state colmate con un mercato di livello…
“Difficile giudicare dall’esterno, ma credo che fosse complicato a prescindere sostituire campioni del calibro di Thiago Silva e Ibra, soprattutto di quest’ultimo. Del resto, il nostro Paese sta attraversando un momento delicato a livello economico, anche nel calcio, ed era inevitabile un ridimensionamento”.
In questo clima di crisi, diventa fondamentale puntare forte sui giovani. Noti un’inversione di tendenza rispetto al passato?
“Noto con piacere che il ct Prandelli sta dando grande spazio ai talenti del nostro campionato ed è questa la strada da perseguire. Oggi succede forse perché non ci sono soldi da spendere per i campioni, ma non vorrei che fosse solo una situazione del momento. La verità è che il vero punto di svolta per il nostro calcio per tornare competitivo può essere solo la costruzione degli stadi di proprietà. Sarebbe una rivoluzione culturale per il calcio in Italia…”.
A tal proposito, come valuti la situazione del calcio italiano dall’estero e quali sono le principali differenze con l’Olanda?
“In Olanda, la gente vive l’evento sportivo come una festa e non si respirano le tensioni della Serie A italiana. Gli stadi sono sempre pieni e vengono vissuti non solo durante le partite, ma anche nel resto della settimana. Ripeto, in Italia c’è assoluto bisogno di seguire l’esempio della Juventus: tutti quanti ne trarrebbero un beneficio in termini di competitività e porterebbe un cambiamento radicale nel nostro modo di intendere questo sport”.