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Pedrola-Bologna, il retroscena: la richiesta alla Sampdoria, e i dettagli dell'operazione
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Già da dicembre, Pedrola aveva manifestato alla Sampdoria la volontà di essere ceduto, parlando direttamente con il presidente Manfredi. Semplici e Accardi avrebbero voluto recuperarlo, ma, secondo Il Secolo XIX, sia la prestazione del giocatore contro il Cesena sia alcuni allenamenti sottotono, anche dal punto di vista mentale, hanno convinto la Samp ad accelerare la cessione. L’ipotesi più probabile sembrava un ritorno in Spagna, con il Granada interessato all’operazione, ma l’offerta non è mai arrivata. Nelle ultime ore di mercato, invece, si è fatto avanti il Bologna. Il club rossoblù, guidato da uno dei direttori sportivi più capaci del panorama italiano, Giovanni Sartori, ha deciso di affondare il colpo nel penultimo giorno di mercato, ottenendo anche il benestare del Barcellona, che deteneva il diritto di riacquisto e doveva quindi approvare l’operazione.
La formula dell’affare Pedrola è stata quella del prestito oneroso da centomila euro, con diritto di riscatto fissato a 4,5 milioni, tra parte fissa e bonus. Gli accordi tra Sampdoria e Barcellona prevedevano che, in caso di cessione al Bologna, i doriani avrebbero ottenuto una plusvalenza di 1,5 milioni, avendo versato 3 milioni per il giocatore. Tuttavia, solo la metà della plusvalenza (750.000 euro) sarebbe entrata nelle casse della Samp, poiché l’altra metà spettava al club catalano.
Nel nuovo accordo tra Sampdoria e Bologna è stato inserito anche un bonus del 10% sulla futura rivendita di Pedrola. Inoltre, con questa operazione, è stata annullata la clausola di riacquisto da parte del Barcellona. Tuttavia, se il Bologna decidesse di non riscattarlo, la clausola tornerebbe attiva, consentendo ai blaugrana di riacquistare Pedrola dalla Samp per 4 milioni di euro.
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Un paciugo.