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    Paulo Fonseca ha già dimenticato il Milan: il suo Lione vola e dà spettacolo. I numeri della rinascita

    Paulo Fonseca ha già dimenticato il Milan: il suo Lione vola e dà spettacolo. I numeri della rinascita

    Paulo Fonseca è rinato sulle sponde dei fiumi Rodano e Saona. O, forse, non se n'era mai andato. I complicatissimi sei mesi della sua esperienza al Milan restano una parentesi amara ma ormai lontana della sua carriera, che in Francia sta rifiorendo grazie al lavoro svolto alla guida dell'Olympique Lione. Il successo per 3-1 sull'Auxerre, nel posticipo della 29esima giornata di Ligue 1, ha consentito alla sua squadra di arrampicarsi al quarto posto, in piena bagarre per un piazzamento che valga la qualificazione diretta alla prossima Champions League senza dover passare dai playoff. E il secondo posto, lontano anni luce solamente pochi mesi fa, è oggi una speranza concreta. Distante appena due punti.

    Tredici partite tra campionato ed Europa League, un bottino di 9 vittorie, un pareggio e 3 sconfitte, insieme all'opportunità di giocarsi traguardi importanti su due fronti. Questa settimana è quella che conduce ad un'affascinante sfida ad Old Trafford per giocarsi – ripartendo dal 2-2 di una settimana fa – il passaggio alle semifinali di una competizione europea che mancano dalla cavalcata in Champions della stagione 2019/2020 sotto la guida di Rudi Garcia. Un'ulteriore vetrina per l'allenatore portoghese, bistrattato oltre i propri demeriti durante la sua esperienza milanista e oggi spettatore molto lontano delle vicissitudini della formazione rossonera. Che, con lui al timone, era ancora in Champions League e con buone speranze di guadagnarsi gli ottavi di finale, e in campionato non era così distante dal quarto posto, dove ha portato il Milan il suo successore Sergio Conceiçao.

    DAL MILAN AL LIONE, COS'E' CAMBIATO PER FONSECA

    L'esonero a gennaio di Pierre Sage, deciso contro la volontà dei tifosi da parte del presidente del Lione John Textor, sembrava l'ennesimo colpo di testa del controverso imprenditore statunitense. Che, al netto di una discutibile gestione finanziaria delle sue squadre – dopo aver condotto al trionfo nel Brasileirao e in Copa Libertadores il Botafogo, lo ha smembrato poche settimane più tardi, mentre in Francia ha dovuto sforbiciare e non poco per evitare la retrocessione d'ufficio – ha dimostrato di non aver paura nell'assumersi in prima persona la responsabilità delle decisioni. Anche quelle più complicate ed impopolari. Da quando Paulo Fonseca siede sulla panchina dell'OL, la media punti è salita a 2.15 per partita, la qualità generale della squadra è stata potenziata e oggi Lacazette e compagni giocano un calcio offensivo e apprezzato in tutta Francia. 36 sono i goal segnati in 13 partite, con una media di 2.8 per gara. La squalifica fino a novembre inflitta dalla commissione disciplinare per il testa a testa con l'arbitro Millot sembra non aver tolto nulla alla sua capacità di entrare in sintonia con lo spogliatoio ed incidere con le sue idee. Dietro solo al PSG, ormai campione di Francia e impegnato nel ritorno dei quarti di finale di Champions League contro l'Aston Villa a Birmingham, da favorito come previsto nel pronostico e quote Aston Villa-PSG.

    SQUALIFICA FONSECA, IL LIONE FA RICORSO

    Ne hanno beneficiato soprattutto i giocatori di maggior talento ed estro, a partire da Rayan Cherki, convinto a rimanere almeno fino al termine di questa stagione e destinato, insieme a Thiago Almada e a Georges Mikautadze, ad essere uno degli uomini mercato dell'estate che verrà. Perché la situazione finanziaria complessiva del Lione rimane sotto la lente di ingrandimento degli organi di controllo delle istituzioni francesi e l'eventualità di qualche dolorosa, ma ben pagata, rinuncia è stata già messa in preventivo. Come nella sua ultima esperienza francese di Lille, la seconda parte del lavoro di Fonseca sarà quella forse più complicata (ma che hanno spesso esaltato le capacità del tecnico lusitano), di ricostruire dalle fondamenta un gruppo che ripartirà dai giovani calciatori che hanno già avuto spazio in questa stagione – il difensore Sael Kumbedi, i centrocampisti Mahamodou Diawara e Tanner Tessmann, gli esterni offensivi Malick Fofana ed Ernest Nuamah (quando rientrerà dal grave infortunio al ginocchio – e che quelli che si affacceranno da un vivaio che non ha mai avuto problemi a sfornare prospetti per la prima squadra. 

    Il primo traguardo da raggiungere è però adesso: le ultime cinque partite di Ligue 1 contro Saint-Etienne, Rennes, Lens, Monaco e Angers possono riproiettare il Lione nella dimensione della Champions League. Un obiettivo troppo importante per rinverdire lo status dello storico club transalpino, ma dare accesso anche a risorse economiche fondamentali per garantire stabilità e competitività sportiva anche per i prossimi anni. In un momento storico in cui il dominio nazionale del Paris Saint-Germain sembra essere difficilmente scalfibile, riprendersi il ruolo di prima alternativa rispetto a Monaco e Marsiglia potrebbe essere considerata la prima missione per Paulo Fonseca.

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    Commenti

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    Graziano Mannari
    Graziano Mannari

    Sicuramente ha le sue colpe, però è evidente che nei momenti di difficoltà è stato lasciato solo....

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