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    Pato e gli infortuni: "Non spingeva più la testa"

    Pato e gli infortuni: "Non spingeva più la testa"

    • Federico Albrizio
    Una carriera frenata presto dagli infortuni, Alexandre Pato racconta: "Al Milan a volte abbiamo sbagliato i tempi di recupero. La cosa peggiore è quando ti prende la testa, avevo paura".

    Pato è stato protagonista dell'ultima puntata del BSMT, podcast di Gianluca Gazzoli su YouTube, e uno dei temi toccati è stato quello degli infortuni, i tanti problemi che hanno pesantemente condizionato la sua parabola al Milan. Errori ma non solo, il racconto dell'attaccante brasiliano.

    I TANTI INFORTUNI: IL PRIMO MOMENTO CHE LO HA BUTTATO GIU' - "In quel periodo correvo sempre, ma il primo lo ricordo bene. Era contro l'Udinese credo. Thiago Silva recupera il pallone quasi a metà campo, avevamo tanto spazio per andare in porta. Thiago mi passa il pallone, io ho visto come sono andato ma ho sentito tirare e sono andato in terra. Ho pensato che qualcuno mi avesse fatto qualcosa. Come se un cecchino mi avesse sparato. Io non ho mai sentito una cosa così. Poi sono tornato, poi vai, di nuovo, sento una cosa lì, poi di nuovo, poi di nuovo. La testa inizia ad andare giù. La gente che lavorava anche nel Milan ha iniziato a dire cose non carine. Tu lì hai anche altri 30 giocatori. Provi a tornare, va male. Quello che è successo è che a volte non abbiamo avuto il tempo di fare cose, il tempo per aggiustare i muscoli. Io ero un giocatore in quel momento importante del Milan, a volte dovevano mettermi in campo e io anche con la voglia di stare in campo pensavo: "Ok, non è niente. Andiamo". A volte le tempistiche non sono state rispettate, è andata così. A volte mi facevo male e arrivava un momento in cui ero spaventato. Il momento peggiore è quando arriva alla testa, è un giro da cui non riesci a uscire. Parli con un dottore di qui, di là, ricordo che arrivava anche un dottore dal Brasile per provare ad aiutarmi fisicamente. Poi è arrivato nella testa. Andavo a correre e pensavo che potevo farmi male, non spingeva più la testa. Io sono andato via, fino a dicembre c'era questa cosa e poi da gennaio al 2024 ho avuto 2-3 infortuni muscolari. Può succedere. Ero piccolo, pensavo a giocare, però penso che si dovesse rispettare il tempo. Anche oggi, se c'è un infortuni lavori subito. Io invece rimanevo solo a fare cure sul lettino. Stavo anche crescendo fisicamente. Poi andavi davanti alla tv, in spiaggia, andavo in palestra per prendere muscoli. Basta essere equilibrato, magari in quel periodo non lo ero. Gestione sbagliata da entrambe le parti? Può essere, però non era neanche di abitudine come i giocatori di oggi fare palestra prima e dopo l'allenamento. Oggi è molto difficile che un giocatore che si allena la mattina abbia il pomeriggio libero. Se tu vai lì ti alleni e vai a casa a fare dei lavori. E' andata così".

    SI FACEVA AIUTARE PER LA PAURA NELLA TESTA? - "No io tornavo a casa, mangiavo la mia pasta, giocavo i miei videogame, mangiavo il mio tortino ed ero felice. Oggi consiglio tutto ai giocatori. A me piace tanto Dio, mi aiuta e mi fa crescere. Però sono passato anche io da uno psicologo, penso sia molto importante. Io fino a 11 anni ero una persona, avevo i miei genitori. Dagli 11 in poi ho imparato dalla vita, non avevo i miei genitori a insegnarmi. Oggi a 35 anni faccio fatica e vedo che sto ancora crescendo. Ho dovuto andare da uno psicologo per tornare indietro e vedere dove sono cambiato. Racconto una cosa che è carina. Quando sono andato a Porto Alegre erano 12 ore di pullman da casa mia, era lontano. Mio papà per farmi crescere mi ha detto: "Tu quando vuoi piangere piangi, ma non raccontarlo alla mamma. Perché poi la mamma viene lì e ti porta via". Io tutte le volte che chiamavo la mia mamma mi mancava e non piangevo, lo facevo quando attaccavo il telefono. Oggi non piango davanti a mia moglie. Sono cose che capisci strada facendo. Devi capire chi sei per portare avanti tante cose nella vita. I giocatori devono capire chi sono. Si deve andare dallo psicologo, può aiutare tanto per il calcio e per la vita".

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