Parmamania: malattia cronica
Il Parma non sa vincere due partite consecutivamente. Un dato di fatto e, quando deve vincere, per cercare di svoltare in maniera netta, dimostra di non saperlo fare. Pure quando l’avversario è in dieci, non sa segnare. E il Bologna è riuscito a mantenersi in piedi, non che il vento fosse fortissimo, ma arrivava a raffiche che certe volte facevano presagire al gol.
Apparenza, solo un gran Curci è riuscito, assieme all’imperizia degli uomini di Donadoni, a volte troppo frenetici nel da farsi, a uscirne vivo, assieme alla sua difesa schierata tutta a protezione del pareggio. Una malattia cronica, quella del Parma, che non riesce a spiccare il volo e che, proprio quando sta sul trampolino, si tira indietro, quasi come avesse paura dell’altezza o di tuffarsi nel gruppone di mezzo, dove stanno appaiate quasi tutte le grandi.
E’ successo in maniera sistematica, tutte le volte che Donadoni è riuscito a strappare una vittoria, essendo anche convincente. Dopo la gara contro l’Atalanta, lo stop del Franchi dopo un primo tempo ottimo; il Saassuolo e la pausa lasciavano intendere grandi cose, ma la caduta di Verona, ha fatto rumore, come quella di Genova, dopo la bella vittoria con il Milan.
Il pugno incassato in casa con la Juventus conferma che il Parma non è guarito per nulla, anzi. E la conferma arriva dopo la spettacolare vittoria sul Napoli. E proprio nel momento in cui questa sterzata doveva arrivare decisa, netta, a recidere ogni contatto con questi sintomi, ecco che un nuovo, brusco stop tarpa le ali alle ambizioni del Parma, che avrà un test importante con il Varese in Coppa Italia. E lì, un dentro o fuori, guai a uscire con le recriminazioni, sarebbe un peccato difficile da perdonare.