Parmamania:| Ma quale bel gioco?
I primi tre punti sono arrivati, la rivoluzione del bel gioco ancora no. Certo, Roberto Donadoni ha rivoltato il Parma come un guanto pur cambiando soltanto due undicesimi rispetto alla formazione titolare di Franco Colomba (uno, poi, era il cambio tra lo squalificato Galloppa e Musacci). Decisivo, in sostanza, è stato il passaggio dal 4-4-2 della gestione precedente al 3-4-3 di quella attuale.
Lo stile di gioco, però, è ancora rivedibile. Domenica al 'Tardini' contro il Siena si sono visti molti lanci lunghi (cosa che prima non accadeva) a cercare lo spunto di uno dei due esterni di centrocampo (Gobbi e Valiani), un fattore che difficilmente coincide con il bel gioco e ancor meno con i dettami del maestro Arrigo Sacchi. Il risultato comunque è arrivato, un 3-1 netto nella sostanza ma non nella forma.
Soprattutto se si considera che il Siena di occasioni ne ha avute eccome, che i toscani avrebbero segnato anche due gol (annullati per altrettanti fuorigioco evidenti ma millimetrici) e che il Parma non ha mai dato la benché minima impressione di essere divenuto solido, nonostante il passaggio alla retroguardia a tre. I mali, in sostanza, sono ancora quelli vecchi.
Di nuovo c'è soltanto il fattore tipico di ogni cambio tecnico. E ci riferiamo alla prima mezz'ora del match, quando la squadra ha corso a più non posso e ha sputato l'anima in campo. Ma quanto potrà durare? Soltanto il tempo ce lo dirà. Forse già le prossime tre partite, le due trasferte di fila con Bologna con Catania e l'infrasettimanale del 31 gennaio contro la Juventus, daranno un responso attendibile.
La prima impressione, però, è che il lavoro da fare sia ancora tantissimo. Soprattutto se si vuole davvero ottenere qualcosa in più di una comoda salvezza. Per andare nella parte sinistra della classifica serve un gioco migliore e una difesa più solida. E, in entrambi i casi, non sembra che si possa ottenere il tutto nel giro di qualche settimana.