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    Parmamania: il bilancio del mercato

    Parmamania: il bilancio del mercato

    All’inizio rappresenta una minaccia per tecnico e tifosi, in effetti vedersi smantellare una squadra a metà del percorso, magari mentre hai superato ostacoli duri, consapevole pure del fatto che altri rischi, durante il percorso, sarebbe meglio affrontarli con un gruppo tosto e che sa il fatto suo, non è bellissimo. Il mercato di riparazione è così, una medaglia a due facce con, da una parte disegnata quella che ride, dall’altra quella che ti prende in giro con ghigno da chi l’ha fatta sotto i baffi. E, in questo mercato condizionato dal salto delle trattative, mentre si era vicini alle firme, da scambi che, sul punto dell’ufficializzazione sono svaniti, il Parma ne esce sempre lo stesso, né rafforzato, né indebolito, ma con un obiettivo che non è stato raggiunto: monetizzare. E lo dimostra la vicenda Biabiany, prima vicino ai cinesi del Guangzhou, poi al Milan, e verso il gong, pure alla Lazio.

    ARRIVI – Niente botti, solo giocatori che hanno sostituito i partenti. Molinaro e Pozzi, Schelotto e Rossini, con Vergara tesserato per una questione di prospettiva. E i reparti che restano intatti. Christian Molinaro è arrivato dopo quattro anni di Germania, Stoccarda gli ha dato tanto, Champions ed Europa League, occasione di giocare in piazze gradevoli e acquisire esperienze importanti, tutti elementi che potrà mettere a disposizione di Donadoni che lo aveva cercato già lo scorso anno, ma invano. Il Parma ha aspettato che andasse in scadenza di contratto e ha affondato gli artigli con il solito mestiere del top player Leonardi. Da quella parte agisce Gobbi, uno che la panchina non sa neanche cos’è, per adesso. Questo è il problema di Molinaro. Per Schelotto e Rossini arrivati nell’ambito del maxi scambio, si prospetta vita dura. El Galgo, certi dell’addio di Biabiany, ha accettato per riscattarsi, ma sembra difficile possa trovare quell’impiego tanto desiderato. Lo stesso vale per Rossini. Vergara deve imparare e guardare, mentre Pozzi, arrivato dalla Samp, potrebbe paradossalmente trovare più spazio di tutti quelli che in questo mercato, hanno cambiato aria. E’ lui il vice-Amauri, a lui potrebbero essere richiesti quei gol che cullano un sogno, quello dell’Europa.

    PARTENZE – E appena è via alle trattative, Mendes, Rosi e Sansone passano al nero verde di Squinzi che li aspetta. I tifosi esplodono, il web impazzisce e si fa portavoce del malcontento generale. Eppure, la spiegazione logica c’è. Sansone e Mendes sono stati ceduti per metà al Sassuolo, Rosi è in prestito gratuito, e come introiti entrano nelle casse di Ghirardi una somma vicina ai sei milioni di euro. Di questi tempi, spiegano i dirigenti, non male. Tra i partenti c’è anche Mesbah, uno che ha trovato poco spazio e che, nell’anno del mondiale, ne cerca eccome. Livorno lo aspetta e lui ci va. La motivazione di Benalouane è la stessa, lui non ha intenzione di stare in panchina e perdere il Mondiale e decide di accettare la proposta dell’Atalanta. E qui diventa titolare, come Valdes che, per ragioni di nostalgia del Cile e, soprattutto del campo, decide di rescindere e andare al Colo Colo.

    BILANCIO – E tutti contenti, i tifosi per primi che fanno un conto alla rovescia, non vedono l’ora che tutto questo finisca. Il rischio che la squadra si smantelli è alto, tutti sui gioielli del Parma e, con questa classifica, smontare un giocattolo che funziona bene, diventa un rischio, soprattutto se lo smonti nel bel mezzo della corsa. I big sono rimasti, ma nessuno che possa continuare a far coltivare il sogno dell’Europa è arrivato. Missione compiutà, ma a metà. 

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