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Parmamania: a un bivio
A un bivio: il Parma sta per imboccare una strada, ma si trova a fare una scelta. Una scelta difficile, perché non c’è tempo per decidere, perché ha fretta di salvarsi. Bisogna essere lucidi, in queste situazioni ci vuole sangue freddo. Vietato fare calcoli, perché potrebbe essere inutili. Immaginate una foresta, un gruppo di inseguitori (problemi cronici di un Parma che è sempre più ultimo) e degli inseguiti (il Parma appunto). Bisognerebbe lasciarsi alle spalle tutti questi brutti ceffi (i guai societari, in primis) e pensare a salvare la pelle.
Qui c’è in gioco il futuro, il resto dei tuoi giorni, ed è vietato perderli senza combattere, senza trovare le soluzioni migliori. Ognuno fa quel che può, perché c’è chi pensa a salvarsi in un modo (economico-finanziario, cercando di garantire la sopravvivenza del club e pagando gli arretrati), c’è invece chi va sul campo e cerca di salvare la faccia, pur sapendo che la faccia è stata oltraggiata da una classifica pessima e dalle ultime prove tutt’altro che combattive. Donadoni in campo ci manda chi sta meglio, che purtroppo non percepisce lo stipendio da sei mesi, e qualche giorno. Donadoni in campo ci vorrebbe andare lui, per far vedere che i problemi della vita sono altri, anche se i soldi servono.
Donadoni in campo ci manderebbe anche Cassano, che si è limitato, nella forma sbagliata, a far valere solo i suoi diritti. Ma est modus in rebus, dicevano gli antichi, e il modus non è stato proprio ineccepibile, nemmeno la tempistica. Alla vigilia della delicata sfida con il Cesena, si potevano scegliere altre parole, se ne poteva parlare. Detto anche che ognuno è libero di fare quello che vuole, nel rispetto delle regole, se dici di amare il Parma e fare di tutto per salvare la squadra, (roba di una settimana fa, al massimo di dieci giorni, non di anni), e poi fai quello che hai fatto, beh, qualcosa non torna. Che ci sia la voglia di emigrare, anche da parte della famiglia? Che ci sia dietro qualche big con la quale Cassano vorrebbe giocarsi le sue ultime chanches, e far vedere che calcisticamente non si discute?
I suoi piedi parlano ancora una lingua aulica, ma non sempre si può parlare con i piedi … Qualcosa andrebbe fatta anche con la testa, e alla testa della società, tutto tace. Per ora non c’è nessun provvedimento disciplinare, per ora nemmeno i soldi però, sono partiti. Anzi, nemmeno l’ombra dei soldi. Il bonifico promesso, di 5 milioni di euro per saldare le pendenze, vecchie e stravecchie, non è partito. Problemi di tempistica o forse altro, e intanto i calciatori aspettano e si chiedono quando tutto questo finirà, se finirà. Non importa il come finisca, l’importante che finisca. Perché il Parma si trova a un bivio. E deve scegliere bene, altrimenti…
Qui c’è in gioco il futuro, il resto dei tuoi giorni, ed è vietato perderli senza combattere, senza trovare le soluzioni migliori. Ognuno fa quel che può, perché c’è chi pensa a salvarsi in un modo (economico-finanziario, cercando di garantire la sopravvivenza del club e pagando gli arretrati), c’è invece chi va sul campo e cerca di salvare la faccia, pur sapendo che la faccia è stata oltraggiata da una classifica pessima e dalle ultime prove tutt’altro che combattive. Donadoni in campo ci manda chi sta meglio, che purtroppo non percepisce lo stipendio da sei mesi, e qualche giorno. Donadoni in campo ci vorrebbe andare lui, per far vedere che i problemi della vita sono altri, anche se i soldi servono.
Donadoni in campo ci manderebbe anche Cassano, che si è limitato, nella forma sbagliata, a far valere solo i suoi diritti. Ma est modus in rebus, dicevano gli antichi, e il modus non è stato proprio ineccepibile, nemmeno la tempistica. Alla vigilia della delicata sfida con il Cesena, si potevano scegliere altre parole, se ne poteva parlare. Detto anche che ognuno è libero di fare quello che vuole, nel rispetto delle regole, se dici di amare il Parma e fare di tutto per salvare la squadra, (roba di una settimana fa, al massimo di dieci giorni, non di anni), e poi fai quello che hai fatto, beh, qualcosa non torna. Che ci sia la voglia di emigrare, anche da parte della famiglia? Che ci sia dietro qualche big con la quale Cassano vorrebbe giocarsi le sue ultime chanches, e far vedere che calcisticamente non si discute?
I suoi piedi parlano ancora una lingua aulica, ma non sempre si può parlare con i piedi … Qualcosa andrebbe fatta anche con la testa, e alla testa della società, tutto tace. Per ora non c’è nessun provvedimento disciplinare, per ora nemmeno i soldi però, sono partiti. Anzi, nemmeno l’ombra dei soldi. Il bonifico promesso, di 5 milioni di euro per saldare le pendenze, vecchie e stravecchie, non è partito. Problemi di tempistica o forse altro, e intanto i calciatori aspettano e si chiedono quando tutto questo finirà, se finirà. Non importa il come finisca, l’importante che finisca. Perché il Parma si trova a un bivio. E deve scegliere bene, altrimenti…