Parma, Ghirardi 'Continuo a perdere soldi...'
Poche ora prima, in Municipio aParma, Michele Angella lo aveva interrogato sulla situazione economico-finanziaria delParma, alla luce della presunta crisi di liquidità paventata in un’analisi dalla Gazzetta dello Sport, e lui aveva spazzato energicamente le nubi dall’orizzonte; poche ore dopo, a Modena – in occasione della presentazione del libro di Michele Uva, scritto a quattro mani col giornalista Gianfranco Teotino “La ripartenza” – lo stesso Presidente Tommaso Ghirardi avrebbe ammesso, di sua sponte, di averci rimesso tanti soldi nei suoi 15 anni di esperienza nel calcio. “Quando dopo la scalata ai professionisti con il Carpenedolo ho avuto la possibilità di comprare il Parma, ho creduto di entrare in una realtà imprenditoriale a tutti gli effetti. In un'azienda da gestire come tale e in cui le perdite non fossero una costante inarrestabile. Beh, mi sono sbagliato…”. E poi: “In una realtà come Parma non si riescono a raccogliere 3 milioni di euro di sponsorizzazioni”.Infine quello che potrebbe essere letto come un annuncio di arresa: “La continua perdita di denaro ti porta inevitabilmente a mettere la parola fine alla tua iniziativa”… Continua all’interno
Ho sintetizzato nell’abstract appunto un estratto delle affermazioni più significative – e per certi versi allarmanti – di Ghirardi,curiosamente passate sotto silenzio su gran parte dei media parmigiani. Solo Parma Qui(già Informazione di Parma), nella sua edizione di ieri, dedicava un’apertura alle sue non trascurabili parole, riprese dalla trascrizione offerta dal sito fcparma.com, sotto un titolo non certo “arrapante” per i distratti cronisti, quorum ego, che non si sono fatti attrarre alla lettura da quello che poteva passare per un semplice annuncio“Ghirardi all’Università di Modena”. In realtà all’interno c’erano dei veri e proprimacigni. In effetti l’ampia esposizione mediatica del Presidente, nello stesso giorno protagonista di una conferenza stampa in Municipio a fianco del Sindaco e del fido Levati per la lodevole iniziativa programmata per Parma-Bari, ha fatto sì che sull’esternazione modenese di “Tom” non ci fosse la dovuta cassa di risonanza. E dire che certe volte vengono lanciati curiosi allarmismi di abbandono per quelli che sono solo degli sfoghi a caldo post partita. Tipo quando, dopo la gara col Napoli, ci si è messi a ricamare per il “Devo cambiare hobby”, che Ghirardi pronunciò in risposta alla provocazione di Massimo Mauro che su Sky gli aveva chiesto perché continuasse a spendere dei soldi nel calcio se lo ritiene così sporco. Stavolta, invece, non si trattava né di uno sfogo, né di una risposta ad una polemica. Sia per il momento, sia per la location (Biblioteca di Economia "Sebastiano Brusco" dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia). Parole su cui riflettere.
Ecco la trascrizione dei punti salienti:
15 anni di perdite – “Sono 15 anni che faccio calcio, rimettendoci tanti soldi. Ringrazio la mia famiglia che me l'ha permesso, visto che da solo, considerato anche la mia giovane età, non avrei potuto farlo. Ma pensandoci bene, è un'assurdità”.
Emorragia inarrestabile anche a Parma – “Quando dopo la scalata ai professionisti con ilCarpenedolo ho avuto la possibilità di comprare il Parma, ho creduto di entrare in una realtà imprenditoriale a tutti gli effetti. In un'azienda da gestire come tale e in cui le perdite non fossero una costante inarrestabile. Beh, mi sono sbagliato”.
Le continue perdite portano alla fine dell’iniziativa – “E' impossibile essere imprenditori nello sport, nel calcio. La continua perdita di denaro ti porta inevitabilmente a mettere la parola fine alla tua iniziativa. Se poi consideriamo i tempi economici attuali, con che coraggio si tolgono risorse alla propria azienda per sostenere un gioco? Magari hai soddisfazioni, magari non ce le hai, e se perdi prendi anche insulti. Lo possono fareBerlusconi e Moratti, con il patrimonio che hanno. Gli altri non possono continuare a perdere soldi”.
Le difficoltà a reperire sponsor – “Senza parlare della difficoltà di reperire sponsor. In una realtà come Parma non si riescono a raccogliere 3 milioni di euro di sponsorizzazioni. Perché lo faccio allora, direte voi? Perché sono suonato (sorride) eperché vincere una partita o andare sotto una curva che ti acclama sono emozioni immense”.
Presidenti divisi – “Ma, come detto, l'imprenditoria è un'altra cosa. La responsabilità per quel che riguarda lo stato del nostro calcio è in gran parte dei presidenti. In serie Asiamo in 20 e non andiamo d'accordo su nulla. In altri comparti produttivi ci sono le associazioni di categoria in cui i membri, al loro interno, sono coesi e portano avanti insieme le loro richieste. In Lega questo non succede perché ognuno vuole fare solo il proprio interesse e anteporlo a quello di tutti gli altri. Non c'è accordo sugli stadi, non c'è accordo sui diritti tv, tanto che un terzo dei proventi di questi ultimi ancora non può essere distribuito con certezza”.
Ristrutturazione e internazionalizzazione – “Tutto il calcio è da ristrutturare, altrimenti tra due o tre anni non ci sarà più niente. Bisogna adottare una logica diversa, puntare maggiormente sulla internazionalizzazione per esempio. Come si fa in ogni azienda. Andate a vedere la voce "export" di un'impresa che si rispetti e vedrete che è anche maggiore rispetto a quella relativa alla produzione "interna". Il calcio non è più uno sport ma un'industria e come tale va gestito”.