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Paradosso Europei: stadi mezzi vuoti per il Covid, ma i biglietti o restano invenduti o non vengono utilizzati
BIGLIETTI DISPONIBILI - Che non ci sarebbe stato il pienone si era già intuito nei giorni scorsi. Molti biglietti erano ancora in vendita sui canali ufficiali, non solo per il match di Roma tra Italia e Galles. Di solito per una manifestazione così importante come l'Europeo le richieste sono sempre maggiori rispetto alle disponibilità, quest'anno, a causa di un torneo itinerante (Baku, per esempio, è a 6 mila chilometri da Siviglia) e di politiche diverse di ogni singolo stato in merito alla gestione del Covid (le immagini di Budapest, in Ungheria, con il tutto esaurito per le prime due partite della nazionale di Rossi hanno fatto il giro d'Europa) ci sono molte meno certezze. E così può capitare di comprare un biglietto e all'ultimo di non poter assistere alla partita (a molti tifosi russi è stato negato l'accesso in Danimarca perchè Copenaghen non riconosce lo Sputnik come vaccino), o di trovarne uno anche se sulla carta il match è sold out.
PROBLEMA WEMBLEY - Sta succedendo nella fase a gironi, potrebbe ripetersi nella fase a eliminazione diretta. Soprattutto a Londra, dove si giocheranno un ottavo, le due semifinali e la finale, dove la variante Delta preoccupa e per i tifosi azzurri che arrivano dall'Italia c'è l'obbligo di quarantena sia all'arrivo sia al rientro. Nonostante la nota della Uefa nella quale si precisa la volontà di trovare un accordo con il Governo inglese, c'è il forte rischio, se l'Italia dovesse andare fino in fondo, di avere sugli spalti di Wembley solo italiani che vivono in Inghilterra. Insomma, questo Europeo si doveva fare, ma di certo non è un Europeo per tifosi.