Paradosso Allegri: Milan a gonfie vele, ma l'unico che non lo conferma è Berlusconi
E' davvero paradossale la situazione di Massimiliano Allegri, 45 anni, livornese, allenatore del Milan, protagonista di una strepitosa rimonta in campionato, che l'ha visto passare dai 7 punti raggranellati nelle prime 8 giornate ai 54 attuali, conquistandone 47 nell'arco di 21 turni. Senza dimenticare che, ad eliminare i rossoneri negli ottavi di Champions League, è stata la squadra più forte del mondo, il Barcellona, nonostante fosse stata addirittura sconfitta all'andata per 2-0.
Risultati davvero eccezionali, tenuto conto che Allegri li ha conseguiti sebbene, in estate, su ordine di Berlusconi, Galliani abbia raso al suolo l'organico. Lo stesso, grazie al quale l'ex tecnico del Cagliari aveva vinto lo scudetto al primo tentativo, conquistando anche la Supercoppa di Lega e arrivando secondo, dietro la Juve, nella stagione successiva, costellata da un'impressionante numero di infortuni.
Per giunta, grazie alla lungimiranza di Galliani, in tempi non sospetti il contratto di Allegri è stato prolungato sino al 30 giugno 2014. Si aggiunga l'esposione della linea verde milanista, consacrata dal trapianto del blocco rossonero in Nazionale, dal boom di Balotelli, dalla consacrazione di El Shaarawy e De Sciglio (con Abate e Montolivo che godono della massima stima di Prandelli) mentre Cristante già bussa alle porte e Saponara arriverà il primo luglio da Empoli.
Un allenatore così dovrebbe essere blindato, confermato, coccolato, blandito. Macché. Sapete chi sia l'unico che sinora non ha ufficialmente ribadito che Allegri non si tocca? Silvio Berlusconi. Ma no, Massì.
Mentre la caccia al secondo posto entra nel vivo (il 14 aprile c'è lo scontro diretto con il Napoli) e, proprio in questo momento, il tecnico avrebbe bisogno del massimo sostegno presidenziale, il silenzio di Berlusconi diventa sempre più assordante.
Così, ogni giorno, Allegri vede moltiplicarsi il battaglione di possibili sostituti. L'ultimo in ordine di tempo sarebbe Prandelli che, secondo alcuni fantasiosi sceneggiatori, il 30 giugno 2013 lascerebbe la guida della Nazionale per assumere quella del Milan il 1° luglio, con tanti saluti al contratto che lo lega alla Federcalcio sino al 30 giugno 2014 e, soprattutto, al Mondiale brasiliano, l'obiettivo per il quale sta lavorando dal 1° luglio 2010. Transeat.
Ma sono i teorici del Milan ai milanisti che, approfittando dello spazio lasciati libero da Berlusconi, imperversano senza requie. Ipotizzano ora Donadoni, ora Van Basten, Van Bommel, Costacurta, Seedorf, Gattuso, Inzaghi, Rijkaard.
Galliani, lo Scudo Umano di Allegri, non sa più in quale lingua ribadire l'intoccabilità del livornese. Ha addirittura affermato che l'allenatore è saldato alla panchina del Milan con la fiamma ossidrica la quale, notoriamente serve per dissaldare. Lapsus freudiano? Staremo a vedere. Basterebbe che Silvio dicesse due parole: "Allegri resta". Ci vuole tanto?
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com