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  • Pandev: 'A Parma mi sento a casa, al Genoa non giocavo molto. Il portiere più forte del mondo? Buffon'

    Pandev: 'A Parma mi sento a casa, al Genoa non giocavo molto. Il portiere più forte del mondo? Buffon'

    “A Parma mi sono ambientato benissimo. Ho trovato una grande famiglia, mi sento a casa. Sia la squadra che il mister e tutto l’ambiente mi hanno accolto alla grande e sono felice di essere qua”. Così l'attaccante macedone Goran Pandev, nel corso di un’intervista rilasciata ai tifosi del Parma, durante il programma "Meet&Greet by Cetilar", sul sito ufficiale del club gialloblù.
     
    IL MIGLIOR PORTIERE – “Il portiere più forte del mondo adesso gioca con me e si chiama Gigi Buffon"
     
    L’IDOLO DI SEMPRE – “Quando ero piccolo, il mio calciatore preferito era Dejan Savicevic. È stato un grande campione, mi piaceva il suo modo di giocare. Era un mancino, giocava per la squadra del mio cuore: la Stella Rossa Belgrado. Se sono più forte di lui? No, io mi accontento della mia carriera”.
     
    TRA ITALIA E MACEDONIA? –
    “Spero vinca la Macedonia, ma è una partita secca e può succedere di tutto. Io tifo Macedonia".

    BENEDYCZAK E BONNY - A Parma ho trovato giovani molto forti. Ne cito un paio, ma non voglio scontentare nessuno: Benedyczak è molto bravo, ma anche Bonny, che è un 2003, se lo vedi in allenamento fa cose impressionanti”.
     
    CAMPIONE FUORI DAL CAMPO - “Ho una scuola calcio per i più piccoli. La Macedonia è un Paese piccolo e povero, spero di poterli aiutare attraverso il calcio e un giorno mi piacerebbe che qualcuno potesse giocare al di fuori del Paese".
     
    IL GOL PIU’ BELLO – “Ne ho fatti tantissimi, difficile sceglierne uno”.
     
    GENOA - "Ho cambiato a metà stagione perché è stata importante la volontà che qui mi volevano davvero, è la scelta giusta per me. Peccato per l’infortunio, non ci voleva davvero e mi è dispiaciuto saltare tante partite così ravvicinate. Lì non giocavo tanto, qui appena sono arrivato ho fatto un lavoro specifico. Mi sentivo meglio e l’infortunio, ripeto, non ci voleva proprio".
     

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