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  • Pancev: "Inter, che sbaglio. Sabotato da dirigenti incompetenti"

    Pancev: "Inter, che sbaglio. Sabotato da dirigenti incompetenti"

    • Redazione CM
    Inter-Stella Rossa in Champions League è una partita speciale per Darko Pancev. Il doppio ex, Scarpa d'oro nel 1991, ha dichiarato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Questa partita non è solo la mia, crea eccitazione in milioni di tifosi nel mondo. Si sfidano due club che hanno vinto la coppa più importante, qualsiasi amante del calcio la guarderà con interesse. Mi aspetto un match imprevedibile ed entusiasmante, ma di solito capita quando c'è di mezzo l'Inter, che resta una delle squadre più forti del mondo. Tifo Stella Rossa, per me è tutto. E non parlo solo di calcio, ma di vita. Mi ha insegnato davvero come stare al mondo. E' una sfida che mi dà emozioni particolari visto che ho indossato la maglia di entrambi le società: quattro stagioni da una parte e tre dall'altra, anche se con risultati ben diversi. E non solo per colpa mia…". 

    INTER - "Non sono amareggiato, arrabbiato e carico di odio nei confronti dell'Inter. L'Inter è un grande nome da rispettare, una istituzione che è esistita, esiste ed esisterà a prescindere dalle fortune di chi ci gioca. Non posso accusarla per come sono andate le cose per me. Non faccio i nomi, ma singole persone mi hanno sabotato dall'interno. Dirigenti che occupavano posizioni altissime, inadeguati e incompetenti. Il prezzo pagato per colpa loro, non solo da me, ma anche dalla stessa società, lo si vede dal fatto che dopo è servito tantissimo tempo per tornare ai vertici. Moratti ha dovuto spendere e pazientare per 15 anni prima di cambiare davvero l'organizzazione, la cattiva atmosfera, la decadenza interna, lo spirito perdente, poi ha vinto col maestro Mancini. Non solo io, nella mia epoca in tanti se ne sono andati in fretta da Milano e sono riusciti a costruire belle carriere altrove". 

    SCHILLACI - "Erano tutti compagni di nazionale in azzurro, poi da lì litigai con Bagnoli e con la società, ma oggi non voglio tornare su quel caso specifico. Piuttosto, voglio ricordare il grande Totò che ci ha lasciato: è un dolore, era una bravissima persona, oltre che un grande giocatore. Eravamo in competizione per una maglia, ma ci siamo sempre rispettati". 

    SBAGLIO - "La decisione di firmare per l'Inter non è stata la migliore della mia vita. In quel momento stavo benissimo, mi volevano tutti i top club d'Europa. Anche la situazione esterna mi ha condizionato: ero abituato a pensare soltanto al calcio, ma nessuno può restare indifferente a una guerra come quella che combattevano i nostri popoli nei Balcani. Un altro problema è che da Belgrado non sapevo davvero niente dei club stranieri: non avevo la più pallida idea di come giocasse l'Inter, di che atmosfera ci fosse nello spogliatoio, di chi comandasse. L'inizio era pure stato promettente, poi è andato tutto peggio: a un certo punto volevano farmi guadagnare di meno, dicevano che se non avessi acconsentito non avrei giocato più… Mi hanno tolto la gioia del calcio e del gol. Serve altro? Chiudiamo così, aveva ragione il grande Van Basten quando disse: 'Pancev ha fatto bene a venire a Milano, ma ha solo sbagliato indirizzo…'". 
     

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