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    Paloschi, un bomber al palo

    Paloschi, un bomber al palo

    • Marina Belotti
    Alberto Paloschi, classe 1990, approdato a giugno dallo Swansea alla corte di Gasperini con la promessa di essere l'acquisto più valido nelle file dell'Atalanta, non si decide a sbocciare. L'attaccante, pagato 7 milioni di euro con un contratto di cinque anni, è giunto a Bergamo con un bagaglio di 42 reti al Chievo e 2 allo Swansea. A buona ragione quindi il popolo atalantino, e non solo, si aspettava grandi cose da lui, a cominciare dalle reti pesanti promesse quest'estate. E invece per ora ha inciso solo nelle amichevoli: a fine luglio contro il Lumezzane ha segnato una tripletta, una rete contro il Giana e un'altra contro la Rappresentativa Val Seriana, illudendo di sapersi muovere con straordinaria abilità dentro l’area di rigore avversaria. Nelle prime due giornate di campionato però rimane a secco, tanto che mister Gasperini nel match contro i granata decide all'ultimo di castigarlo in panchina, preferendogli Pinilla. 

    Entrato contro il Toro al 6' della ripresa, non riesce a matarlo. E, ironia della sorte, quando gli si presenta l'occasione di segnare su rigore, il giovane Kessié gli ruba beffardamente il pallone, sicuro di realizzare lui dal dischetto. E fa bene. Con quattro gol alle spalle in sole tre partite, capocannoniere di Serie A insieme a Callejon e Belotti, e con l'audacia che la giovinezza porta con sè, regala i primi 3 punti all'Atalanta. D'altronde Paloschi aveva già avuto la sua occasione, sprecata, dagli undici metri: durante la prima edizione del trofeo Fra.Mar il 17 luglio 2016 fallì davanti al portiere del Brusaporto. Ora, a secco di gol e di rigori, rischia di giocarsi il suo ruolo di titolare: la speranza è che il numero 43 si sblocchi a Cagliari e non si faccia soffiare il ruolo di goleador del match dall'ex Borriello.

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