Palermomania: Zamparini l'ha fatto ancora
Zamparini, infatti, già da marzo aveva in mano l’accordo con Ceravolo. Come abbiamo avuto modo di scrivere su queste stesse pagine, due galli in un pollaio durano poco. A Siena i due erano complementari: Ceravolo capo degli osservatori, Perinetti ds. Magari l’iter avrebbe messo d’accordo le creste anche a Palermo, se solo fosse stato rispettato. E invece l’ex Guangzhou, l’uomo che di recente ha rubato Diamanti all’Italia per portarlo in Cina, si è messo a fare il mercato per conto del club rosa. Mbaye, Duncan, Sorensen, Kone, tutti abboccamenti sui quali Perinetti bocca non ne ha messa proprio.
Inutile dire che Perinetti non poteva accettare il tacito sorpasso di Ceravolo in ossequio alla dignità professionale costruita in decine d’anni di carriera. Senza sbattere i pugni sul tavolo, il dirigente romano ha detto, di nuovo, addio al Palermo, con un bagaglio di dispiacere grande quanto la media-punti di Iachini. Perché cambiare? Le motivazioni economico-anagrafiche addotte da Zamparini qualche settimana fa convincono quanto le ultime orazioni di Grillo, che in un anno poteva crescere a dismisura e invece si è inginocchiato davanti al nuovo (o al nuovo vecchio). Speriamo che la storia del Palermo sia diversa.