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    Palermomania:| Zamparini come Grillo

    Palermomania:| Zamparini come Grillo

    È un paragone un po' forzato, forse non troppo calzante, giacché calcio e politica sono due cose totalmente diverse. Ops, forse sono più intrecciate di quanto non vogliano far apparire. L'accostamento ce l'ha fatto venire in mente proprio Zamparini, che si dichiara apertamente fan di Grillo, sul solco del suo ormai celebre 'tutti a casa'. Guardando con occhio divertito - ma serioso, sia chiaro - all'operato di entrambi, ci sembrano due compari. Il decisionismo è accentrato nelle mani del capo, i collaboratori di fatto derubricati a semplici esecutori. E se non sei d'accordo, ci metti poco a perdere il posto.

    I risultati, però, sono nettamente diversi. Il Palermo annaspa a fondo classifica e non dà segnali di ripresa. Quell'ultima posizione è la summa dei danni delle ultime due stagioni, in cui Zamparini il patron, lui e soltanto lui, ha disfatto la tela di allenatori, direttori sportivi, giocatori acquistati e subito accantonati, altri venduti e subito rimpianti. Eppure il giochino aveva funzionato alla grande fino al maggio 2011, quando il Palermo rischiava di portarsi a casa la Coppa Italia. Poi le cose hanno cominciato ad andare male, perché ogni condizione umana è nemica dell'infinito. E Zamparini ha commesso l'errore di non ascoltare nessuno, soltanto se stesso, in un'escalation di errori che lo hanno sospinto sull'orlo del baratro.

    Grillo, da par suo, ha iniziato da solo un progetto che alle elezioni appena celebrate ha raggiunto il suo apice. Da destra e da sinistra, adesso, lo corteggiano per avere la fiducia, lui se la tira come una bella donna che può permetterselo. E intanto detta le regole per i politici - pardon, attivisti - del Movimento 5 Stelle: niente talk show televisivi, una comunicazione sempre interfacciata con il blog del grande capo, comportamenti direzionati (mettiamola così) in Parlamento. Magari a Grillo andrà davvero alla grande, questo non possiamo dirlo. Però il comico genovese un esempio ce l'ha: a Zamparini l'accentratore per anni tutto è andato bene, poi è arrivata la nemesi. Pensando di avere sempre ragione, prima o poi ci si fa male.

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