Palermomania:| La società faccia qualcosa
Il Palermo è alla seconda sconfitta onorevole consecutiva. Onorevole, certo, perché perdere 1-0 contro Inter e Juventus è nell'ordine naturale delle cose. In realtà la questione è più profonda: la squadra di Gasperini non è in grado di segnare - è successo 7 volte su 13 - e se va in svantaggio perde sempre. Guai. Che, sul filone della sfiga, piovono a cascata. Domenica, contro la Juventus, gli spettatori erano 22.738. Record stagionale, scollinati i quasi 21mila del derby. Il dato del 'Barbera', però, era una vittoria di Pirro: un catino tutto juventino (pardon per la rima), con esultanza assordante al gol di Lichtsteiner e cori contro Palermo e il Palermo.
Che amarezza, verrebbe da chiosare. Poi però ci si ferma a riflettere e si realizza che ognuno è libero di fare ciò che vuole fin quando non limita la libertà altrui; tifando contro la squadra della propria città, in effetti, non si fa male a nessuno. No, nemmeno a se stessi, perché la squadra del cuore è un'altra. La domanda cambia prospettiva: ma dove sono finiti tutti quegli appassionati che inondavano l'allora 'Favorita' nella gare di Serie C e B spingendo la squadra per 90 minuti? Com'è possibile aver disperso quel patrimonio d'amore che ha sempre albergato nel cuore dei palermitani?
Domande a cui è difficile trovare una risposta. Di sicuro i soldi non comprano il rispetto e la passione, benché sia paradossale riempire uno stadio in Serie C e farlo degradare a cattedrale nel deserto quando arriva la Juventus. Troppe scelte societarie invise alla tifoseria hanno creato lo strappo, che allo stato dell'arte sembra difficile da ricucire. Intanto il Palermo deve attrezzarsi per riconquistare la sua gente. Senza badare al bilancio, che respira in virtù dei diritti televisivi e non della biglietteria, sarebbe opportuno abbattere il costo dei tagliandi. Sin da subito. Gli abbonati storcerebbero il naso, ma è il momento di guardare oltre il proprio orticello per il bene comune, la salvaguardia della Serie A.