Palermomania:| La coscienza di Zamparini
Probabilmente siamo stati miopi noi. Non ci eravamo accorti che la Slovenia, con capitale Maribor, fosse diventata di colpo la più feconda fucina di talenti nel mondo. Dopo Ilicic, Bacinovic, Andelkovic e Kurtic, il Palermo ha messo le mani finanche su Beric, attaccante classe '91. Uno score di 4 gol in 666 minuti giocati con la squadra di Milanic: non malaccio, ma siamo sicuri che sul viso di Delio Rossi si allungherà un sorriso sghembo. 'Qui ormai parlano tutti sloveno', ha sussurrato sarcasticamente più di una volta. Una domanda sorge spontanea: qualora arrivasse davvero, Beric può essere utile alla causa più di un Primavera?
Sorprende la scelta di Zamparini, che ha ceduto Maccarone alla vigilia di uno snodo cruciale della stagione - in un altro editoriale ricordiamo l'importanza della Coppa Italia - sguarnendo l'attacco. Rossi, le cui rimostranze non sono mai campate in aria, chiede un'altra punta da almeno due mesi. E, paradosso dei paradossi, anziché accontentarlo il presidente gli propina un'altra dose di amarezza. Lì davanti è rimasto il solo Miccoli, di certo non un uomo bionico come Ibrahimovic, complici i ben noti problemi al polpaccio sinistro e gli strascichi dell'intervento al ginocchio destro.
Zamparini, bontà sua, ha già trovato la panacea: 'Siamo il Palermo, non dobbiamo vergognarci di schierare un Primavera se l'ha fatto anche la Juventus'. A parte che i bianconeri hanno subìto un'ecatombe dai tratti comici, il 19enne Giannetti è stato soltanto una raffazzonatura momentanea in una formazione che vanta fior di attaccanti. Il vulcanico patron allude al 17enne Daniel Jara Martinez: un buon prospetto, sì, ma che ancora deve trovare il suo posto perfino tra i baby-rosa di Beruatto. Le varie posizioni sono chiare: Zamparini vuole difendere gli investimenti della scorsa estate senza correre il rischio di 'pericolosi dualismi' nello spogliatoio; Rossi, invece, vorrebbe un attaccante per risolvere un problema che d'ora in avanti potrebbe essere esiziale.
Prendiamo la vittoria in extremis col Brescia: ai punti, il Palermo avrebbe polverizzato i disorientati uomini di Beretta. E invece le polveri si sono bagnate per l'assenza di 'uno stoccatore d'area' - Rossi docet - che aggiungesse un pizzico di forza ai quintali di tecnica del Palermo. Non è più problema di Giano bifronte, perché in casa come in trasferta risulta difficile vincere solo e soltanto con il fraseggio rasoterra o con una prodezza (vedi Bovo). Morale: l'allenatore deve fare le nozze coi fichi secchi. Lui, sornione, incassa ('ci sono abituato, ho le spalle larghe') mentre medita l'addio. La coscienza di Zamparini, in fondo, sa perché.