Questa volta ci siamo. Più o meno tutte le estati Mattia Cassani è sulla lista dei partenti, quanto meno per le penne dei giornalisti e le voci degli operatori di mercato. Le cose sono cambiate, perché se prima il Palermo avrebbe alzato bandiera bianca solo dinnanzi alle cosiddette 'offerte irrinunciabili', adesso è la società stessa che vuole vendere il giocatore, in barba alle dichiarazioni di facciata di Zamparini. Per la Juventus, in altre parole, è l'occasione buona: l'interessamento del club bianconero, alla continua ricerca di un terzino destro di qualità, viaggia sotto terra da diverso tempo. E (ri)prendersi un prodotto del vivaio è opera buona e operazione utile.

In cinque anni Cassani ha dato tutto al Palermo, ricevendo in cambio altrettanto: l'affetto della gente, la crescita come calciatore, l'approdo in Nazionale. Il suo rendimento è stato sempre piuttosto alto, specie con Ballardini - che pose il veto alla sua cessione quando la società voleva lanciare Raggi - e nel campionato scorso con Rossi. Quest'anno, dopo una prima parte di stagione sui suoi livelli, il fluidificante di Borgomanero ha rallentato, aprendo preoccupanti voragini difensive dal suo lato. Non è un caso che il Palermo abbia subito parecchi gol scaturiti da azioni ficcanti sul proprio out di destra.

Nel calcio, gli stimoli sono il condimento migliore per il talento. Forse, dopo un lustro a sudare per una squadra di medio-alta classifica, che per definizione non è il top per un professionista, Cassani avverte il bisogno, anche inconscio, di cambiare. Corsa, resistenza, affondi e cross: la Juventus può fare un ottimo affare spendendo abbondantemente meno di 10 milioni di euro. Il Palermo, del resto, ha già preso il suo erede, quel Pisano che da sconosciuto terzino del piccolo Varese sta toccando il cielo con tutte e dieci le dita. Questione di tempo che scorre e di motivazioni che cambiano: per Cassani è il momento migliore per dire addio. Senza rimpianti.