Palermo, Mangia:| Ecco il maestro dei baby
Sulla scia di Luis Enrique, per non scomodare il totem Guardiola. È l'investitura del presidente Zamparini per Devis Mangia che adesso ha la sua grande chance. Perché l'uomo che sa come far volare i ragazzini può trasformare la soluzione temporanea sulla panchina rosanero in definitiva. Ma questo dipenderà da come l'allenatore ingaggiato per la Primavera riuscirà a rimodellare il Palermo rivoltato come un calzino negli ultimi giorni di mercato.
Mangia è considerato uno dei migliori tecnici emergenti nel settore giovanile. Prima che Sogliano lo portasse con sé dal Varese era nel mirino di diverse società di blasone che lo corteggiavano per affidargli la Primavera. L'Inter ci aveva fatto più di un pensiero. Del resto, il nuovo allenatore del Palermo l'anno scorso ha compiuto il miracolo di approdare con i baby del Varese in finale scudetto, poi persa con la Roma. Un traguardo corroborato dalla convocazione di alcuni giocatori nella Nazionale di categoria. Un vero record per il Varese. Ma Mangia nel suo curriculum non ha solo esperienze a livello giovanile.
Il suo legame col Varese inizia nel 2004, quando ha solo 30 anni. Prende la squadra in Eccellenza e centra due promozioni consecutive fino alla C2. Dal 2007 al 2010 inizia una sorta di pellegrinaggio. Scende di nuovo in Serie D e guida il Tritium con cui ottiene il secondo posto. Poi guida l'Ivrea in Seconda Divisione ma nell'aprile 2009 viene esonerato. Poi subentra sulla panchina della Valenzana, sempre in Seconda Divisione, comoda salvezza. Nel 2010 torna all'antico amore, il Varese che lo richiama per guidare la Primavera. Adesso a 37 anni è arrivato in A. Ha la forza di chi ha voglia di emergere.
Chi lo conosce bene lo descrive come un uomo dalle idee chiare e bravo a fare breccia nei suoi giocatori. Il modulo preferito è il 4-4-2, prima di prendere una decisione sul sistema di gioco vuole capire con quale schema i giocatori possono esprimersi meglio. Di certo Mangia ha saputo affrontare il suo primo esame mediatico. Il suo 'n'amo arruspighiari u sangu' (dobbiamo darci una mossa) incarna sicuramente il sentimento di una tifoseria depressa. La speranza ora che la squadra recepisca il messaggio del nuovo tecnico.
(La Gazzetta dello Sport - Edizione Sicilia)