Palermomania:| Una squadra Mangiata
Titolo facile facile grazie all'ultima Zamparinata: il sempre caro Maurizio - checché bacchetti la stampa, gli articoli grazie a lui non sono mai banali - Mangia Pioli. E si affida a un novellino dalla panchina depredato dalla Primavera. Per Devis Mangia, che proviene da Varese, è stato come costruire al mattino un miracolo coi ragazzi in un posticino piccolo così, al pomeriggio andare da altri giovani un po' più grandicelli e alla sera ritrovarsi una Sfinge sulle spalle. Regalando numeri a profusione in conferenza stampa, Zamparini ha spiegato di aver speso oltre 40 milioni (andando in passivo di circa 4), in primis per rifare una difesa bacchettona che adesso sembra davvero più forte. Almeno sulla carta. Tzorvas in porta, Aguirregaray e Pisano, Cetto, Silvestre e Mantovani a rimpiazzare i vari Sirigu, Cassani e Bovo. Meno nazionali, più dubbi internazionali: la comunicazione in difesa non sarà facile. Non sarebbe stato più saggio affidarsi quantomeno a un portiere italiano?
Anche il centrocampo e la trequarti hanno subito un sostanzioso restyling. È andato via Liverani per ragioni anagrafiche, Nocerino in extremis ha coronato il suo sogno di lasciare Palermo, che dal canto suo si è sgravato un problema e non a costo zero. Su Pastore si sono scritte delle pappardelle lunghe più della Salerno-Reggio Calabria. A parte i fin qui modesti Simon e Lores, la dirigenza di viale del Fante ha investito - tripletta in un giorno - su Barreto, Della Rocca e Alvarez, senza dimenticare il non certo famosissimo Zahavi e il 'futuro' Vazquez. Roba buona, ma l'organico magari andava completato prima. Forse Pioli sarebbe ancora in sella e Mangia non vivrebbe un sogno-incubo, col rischio di essere decapitato da Zamparini dopo l'esordio in campionato contro l'Inter. L'attacco è rimasto quello prolifico della scorsa stagione; poco male il mancato ritorno di Amauri. L'affollamento fine a se stesso è un placebo per la gente, ma alla fine della fiera non cura nulla.
In mezzo si colloca lo sconforto di una piazza che si sente tradita per un mercato copernicano. Il Palermo non poteva che smantellare lo zoccolo duro, perché i senatori avevano esaurito il credito di motivazioni. I tifosi vivono sempre al limite: la squadra non era fenomenale prima e non è fatta di taglialegna adesso. Bisognerebbe trovare la giusta misura. Con tutti questi cambiamenti, però, sarà inevitabile 'un anno di transizione', come ha annunciato ieri Zamparini, abbandonando finalmente arcobaleni dialettici, tanto belli a vedersi quanto impossibili a toccarsi. E soprattutto che fanno arrabbiare il pubblico. Speriamo che dopo il caos - anzi no, questa parola proprio non piace al presidente - torni a scoppiare l'amore di cui il Palermo ha estremamente bisogno. Alla fine, come sempre, i sentimenti saranno dettati dai risultati.
Acquisti: Gonzalez (Novara), Cetto (Tolosa), Milanovic (Lokomotiv Mosca), Zahavi (Hapoel Tel Aviv), Simon (Haladas), Labrin (Huachipato), Pisano (Varese), Munari (Lecce), Lanzafame (Brescia), Rubinho (Torino), Budan (Cesena), Mantovani (Chievo), Lores (Defensor), Silvestre (Catania), Malele (Zurigo), Peralta (Nacional), Aguirregaray (Wanderers), Tzorvas (Panathinaikos), Alvarez (Bari), Barreto (Atalanta), Della Rocca (Bologna).
Cessioni: Paolucci (Siena), Glik (Torino), Darmian (Torino), Carrozzieri (Lecce), Cani (Polonia Varsavia), Munari (Fiorentina), Cappelletti, Terranova e Laribi (Sassuolo), Garcia (Novara), Guana (Cesena), Goian (Rangers), Kasami (Fulham), Sirigu e Pastore (Psg), Kurtic (Varese), Raggi (Bologna), Lanzafame (Catania), Andelkovic (Ascoli), Joao Pedro (Penarol), Bovo (Genoa), Cassani (Fiorentina), Liverani (Lugano), Gonzalez e Milanovic (Siena), Melinte (Petrolul), Nappello e Velardi (Monza), Succi (Padova), Curiale (Triestina), Nocerino (Milan).
All. MANGIA.