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    Palermo-Fiorentina, ponte tra passato e presente

    Palermo-Fiorentina, ponte tra passato e presente

    • Daniele Valenti

    Domenica il 'Barbera' ha officiato al cerimoniale che doveva andare in scena. L'ingresso - strategicamente ritardato fino al fischio d'inizio - di Rossi, la mitragliata di applausi e le lacrime che sono rimaste incatenate negli occhi dell'allenatore della Fiorentina. Zamparini aveva auspicato che i tifosi del Palermo si confermassero tali, evitando di tributare troppo amore a quello che fino a poco tempo fa era il loro tecnico. E si può dire che nessuno è stato troppo ebbro di amore che adesso deve appartenere ad altri.

    Anche Mangia ha fatto il suo, dapprima incassando i complimenti di Rossi che in sala stampa si beccherà i relativi ringraziamenti, poi vincendo la partita e dedicandola da grande 'paraculo' (espressione sua) a Zamparini, 'che ci teneva tanto'. Mangia studia da grande allenatore, perché probabilmente la differenza tra buono e grande la fa il dettaglio comunicativo: davanti a taccuini e telecamere, Devis non perde un colpo, proprio come non perde un colpo davanti al proprio pubblico. Sei vittorie su sei nel proprio catino sono portamento sano di buon professionismo.

    A Palermo e al Palermo non resta che godersi questo progetto di grande allenatore. La piazza si è dimostrata già grande, dando il giusto peso ai ricordi per poi viversi di getto (e d'amore) il presente. Palermo-Fiorentina è stata più di una partita da tre punti: è stato il punto di svolta, il punto che ha segnato nella linea del tempo dove finisce il passato e inizia il presente.

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